Lunedì 29 Aprile 2024

A Venezia 77 sbarca 'Nomadland' di Chloé Zhao

È l'ultimo film in concorso per il Leone d'Oro, è interpretato da Frances McDormand e ha le carte in regola per farsi apprezzare

Foto: Highwayman Films/HearSay Productions/Cor Cordium Production

Foto: Highwayman Films/HearSay Productions/Cor Cordium Production

La crisi economica del 2007-2008 ha provocato enormi sofferenze a moltissime persone: una di queste, una donna, è al centro del film 'Nomadland', presentato l'11 settembre nella sezione principale della Mostra del cinema di Venezia, quella che assegna il Leone d'Oro 2020. Regia e sceneggiatura sono della cinese Chloé Zhao ('Songs My Brothers Taught Me', 'The Rider') mentre l'interprete principale è l'attrice Frances McDormand, conosciuta e apprezzata grazie a titoli come 'Moonrise Kingdom', 'Quasi famosi', 'Fargo' e 'Tre manifesti a Ebbing, Missouri' (gli ultimi due le hanno consentito di vincere altrettanti Oscar).

Nomadland, il film di Venezia 77

La trama racconta di una donna che perde tutto a causa del crollo dell'economia globale seguito alla crisi finanziaria del 2007-2008. Senza prospettive e beni materiali, carica le poche cose che le restano sul suo furgone e inizia a viaggiare, abbracciando un'esistenza al di fuori della società convenzionale e incontrando nomadi che la aiutano ad ambientarsi in questo nuovo stile di vita. 'Nomadland' è ispirato all'omonimo saggio di Jessica Bruder, pubblicato nel 2017 e racconta di alcuni anziani che hanno cominciato, dopo la crisi, a spostarsi come nomadi in cerca di lavori occasionali. Altro libro che ha influenzato Chloé Zhao è 'Desert solitaire. Una stagione nella natura selvaggia' di Edward Abbey, pubblicato nel 1968. La cineasta ne cita esplicitamente un passaggio: "Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare... a volte penso, senz'altro in modo perverso, che l'uomo è un sogno, il pensiero un'illusione, e solo la roccia è reale. Roccia e sole". Da qui il film 'Nomadland', che racconta un modo alternativo di sopravvivere alla crisi economica e insieme "un'idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l'orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un'altra persona. Bisogna scoprirla da soli". Chi conosce i precedenti due film di Chloé Zhao non può che ritrovare alcuni dei temi che le sono cari: nata in Cina, formatasi negli Stati Uniti, migrante nello spirito, in 'Songs My Brothers Taught Me' e 'The Rider' Zhao ha raccontato storie legate agli indiani d'America e contestualmente ha ragionato sul rapporto dei propri personaggi con la natura selvaggia. Entrambi i film sono nati all'interno del circuito indipendente a stelle e strisce e soprattutto il secondo è stato recensito giustamente con toni entusiasti. 'Nomadland' rappresenta la terza prova di Chloé Zhao e, con l'ingresso in scena alla fine di Venezia 77, potrebbe scompaginare le ipotesi sui premi formulate finora.

Il trailer

 

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