di Andrea Spinell "La storia, siamo noi" dice Francesco De Gregori, 70 anni, alla telecamera aggirandosi nella villa-studio di Antonello Venditti, 72 anni, a Fiano Romano trasformata nel quartier generale del tour dell’anno, quel Venditti & De Gregori che sabato 18 giugno affianca Tribuno e il Principe della canzone italiana sotto la luna dello Stadio Olimpico di Roma per poi portarli in dieci città d’arte, fra cui Ferrara il 7 luglio, Lucca il 10 e Cattolica il 16, e in autunno nei teatri. "L’ordine dei nomi sul manifesto l’abbiamo deciso con la monetina, ma siccome a lanciarla è stato lui, qualche dubbio ce l’ho" scherza l’autore di Rimmel facendo seguire il video dal racconto di questa impresa che riunisce i due come ai tempi delle prime esperienze al Folkstudio, cinquant’anni esatti dopo il debutto discografico di Theorius campus (unione forzosa nello stesso album adottata dalla casa discografica per economizzare). Dal tour verranno tratti un docufilm e un album dal vivo. Intanto venerdì prossimo esce il primo frutto di questo sodalizio, un 45 giri con Generale e Ricordati di me interpretate a due voci. Poi ne seguiranno altri. Cosa vi ha convinti al grande passo? De Gregori: "L’idea di cantare insieme non ci era mai passata per la testa. Abbiamo cominciato da ragazzini ma poi le nostre carriere si sono sviluppate in maniera parallela anche se sempre “controllandoci“ a vicenda. Carriere diverse per repertorio, per stile, per atteggiamenti, ma è rimasto il fatto di essere stati allattati con lo stesso latte...". Venditti: "Vista la provenienza, si può dire che siamo stati allattati dalla stessa lupa". De Gregori: "Sì, ma non siamo figli della lupa". Perché fa di voi i rapporti si allentarono? De Gregori: "Litigavamo in continuazione, ma non fu questo il problema. Lui grazie ad un pezzo straordinario, molto orecchiabile, come Roma Capoccia trovò subito la ...
© Riproduzione riservata