Martedì 12 Novembre 2024
COSTANZA CHIRDO
Libri

Il Piacere della lettura incontra Marta Lamalfa

La scrittrice racconta la sua ultima fatica letteraria nel nostro video format dedicato agli autori e alle storie

È il 1903 e Alicudi, la terra più solitaria delle isole Eolie, è povera più che mai. Secondo una teoria antropologica, in quel periodo la segale, alimento primario per sfamare la popolazione dell’isola, era stata contaminata da un fungo parassita che aveva lo stesso ingrediente base dell’LSD. Ma la fame era tanta che le persone, pur di cibarsi, mangiavano il pane nero fatto con la segale marcia. E così sembra che sull’isola sia avvenuto un fenomeno di allucinazione collettiva. “Questa teoria mi ha affascinata molto, e ho pensato che avesse un buon potenziale narrativo” spiega Marta Lamalfa, autrice de L’isola dove volano le femmine (Neri Pozza).

Nell’intervista fatta da Giulia Carla De Carlo per il vodcast di QN “Il Piacere della Lettura“, la scrittrice racconta del suo fascino per Alicudi sin da quando era bambina: "Geograficamente, è un’isola molto particolare perché ha la forma di un vulcano – infatti è proprio un vulcano spento. Quando ci sono andata per la prima volta mi ha fatto paura, sembra che da un momento all’altro esploda”. Lamalfa parla della situazione di estrema povertà dell’isola a inizio ‘900, del contrasto con le isole vicine come Lipari, già molto più ricche: “Ad Alicudi, la povertà è considerata quasi come una malattia genetica. Si trasmette di padre in figlio, e uscire da questo ciclo di povertà è difficile. Ogni tanto qualcuno ci prova, ma non è semplice – spiega –. Un ragazzo, Nardino, esce dall’isola perché va a scuola a Lipari, e là trova la modernità e ne resta affascinato. Cose come l’illuminazione stradale o la vita notturna sono una novità per lui”.

Il titolo del libro si riferisce alla leggenda delle majare, delle streghe. “È una leggenda diffusa in Sicilia e in diverse parti d’Italia – spiega l’autrice –. Sono particolari perché, al contrario delle altre che sono spesso associate con la guarigione e con poteri che possono anche aiutare gli altri, le majare eoliane sono delle streghe che pensano a divertirsi, che organizzano banchetti attorno al fuoco dove si mangia, si balla, fanno anche piccoli scherzetti alla popolazione.

La copertina del libro di Marta Lamalfa
La copertina del libro di Marta Lamalfa

Rappresentano un ideale di evasione e di libertà che secondo me era necessario proprio perché si viveva in un periodo di assoluta privazione".

Le majare di Alicudi diventano così ispirazione per le donne che si vogliono emancipare, anche se, racconta Lamalfa, erano figure più vicine alla “follia” che alla “magia”: "Erano viste male dalla società – dice –. Avevano fatto un “patto col diavolo“, quindi diventare una majara è una follia, è fuori dalla concezione ordinaria del mondo”. Il romanzo tratta temi “tabù” riguardo la condizione della donna, come le mestruazioni: “Parlare oggi di mestruazioni in modo così specifico è un atto politico – spiega l’autrice –. Avevo molto interesse che il libro fosse attuale, che parlasse ai giorni nostri”. Lamalfa si concentra anche sul tema della cultura come riscatto sociale, come nel caso del personaggio di Nardino: “Oggi forse è il contrario – afferma l’autrice – L’ignoranza è l’oppio dei popoli”.