Sabato 27 Luglio 2024
MARCO VICHI
Libri

Čechov romanziere. Dentro l’animo umano

Alla ricerca del libro perduto con Marco Vichi: "Caccia tragica" di Čechov è un romanzo poliziesco che esplora l'animo umano con amarezza e ironia, mostrando la meschinità e l'ipocrisia dei personaggi in un clima oscuro e misterioso.

Čechov romanziere . Dentro l’animo umano

Čechov romanziere . Dentro l’animo umano

Firenze, 9 giugno 2024 – Caccia tragica (1884) è l’unico romanzo di Anton Pavlovič Čechov, che ha seminato sul mondo circa 650 racconti (anche se abbiamo notizie di un lungo racconto dal titolo Una vittoria inutile, del 1882, uscito a puntate su una rivista). Caccia tragica è un romanzo nel romanzo, ed è un poliziesco, probabilmente scritto seguendo la moda del feuilleton russo del momento. Ma nonostante il congegno della storia, con la trama che avanza in un clima oscuro e misterioso, dove ci sono dei nodi da sciogliere, Čechov non rinuncia alla sua natura di scrittore che racconta soprattutto l’animo umano. Anzi, in questo breve romanzo sono presenti gli elementi che ritroveremo nei suoi racconti più maturi… Solo per citarne alcuni: La steppa, Il monaco nero, Una storia noiosa, il brevissimo e struggente Uno scherzetto, il breve e doloroso La morte dell’impiegato. Uno scrittore amato e saccheggiato con rispetto: La morte dell’impiegato è diventato una delle scene più tragicomiche di un film con Totò, e Paolo Villaggio ha esemplato i propri personaggi più famosi su quelli del grande scrittore russo.

Tornando a Caccia tragica, troviamo in queste pagine la proverbiale amarezza cechoviana, la sua sofferta spietatezza nel raccontare (anche in prima persona, come in questo caso) i vizi umani, la debolezza, la meschinità, l’invidia, l’ipocrisia, la dissolutezza, la futile mania di grandezza che porta alcuni a immaginare grandi cose restando a vivere nella pigrizia, seduti su un divano. In questo breve e fulminante romanzo, nessun personaggio è relegato al ruolo di “pedina”, ma anzi sono tutti veri, escono dalla pagina e li possiamo toccare, li sentiamo respirare accanto a noi. Troviamo – direi consuete in Čechov – descrizioni di paesaggi, di ambienti naturali e di clima atmosferico che però non interrompono mai il filo della storia, anzi sono elementi narrativi, sono momenti vissuti attraverso lo sguardo e l’anima del protagonista.

E lo scrittore – cosa almeno per me assai importante – non resta impigliato tra le righe della propria scrittura per fare mostre di se stesso e della propria maestria, ma offre invece la storia al lettore scomparendo dietro le parole. Tutto accompagnato da un’ironia sottile, delicata e insieme feroce, vera, che comprende anche l’autoironia e presuppone grande lucidità e grande sensibilità, due strumenti che insieme riescono a leggere il mondo e questo strano animale che lo abita: l’uomo, che oscilla tra grandezza e miseria, come diceva Pascal. Un piccolo grande romanzo, dove troviamo l’essenza di uno scrittore che in poco più di vent’anni di scrittura ha lasciato una profonda traccia nel vasto territorio della Letteratura.