Città del Vaticano, 16 maggio 2025 – Quanto è progressista Papa Leone XIV e quanto è conservatore? Al momento della sua elezione, una settimana fa, ci siamo chiesti che posizioni avrebbe assunto il nuovo pontefice. Bastava aspettare qualche giorno per farsi un’idea più precisa. Robert Francis Prevost sta usando parole piuttosto chiare. Lo ha fatto fin da subito, del resto, in materia di politica estera, chiedendo il silenzio delle armi per “l’amato popolo ucraino”, e il “cessate il fuoco immediato” a Gaza.

"Anch’io sono emigrato e figlio di immigrati. Dignità per chi emigra”
Oggi Leone ricorda la sua storia personale: che è quella "di un cittadino, discendente di immigrati, a sua volta emigrato”.
“In un certo senso – ha spiegato parlando al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede – la mia stessa esperienza di vita, sviluppatasi tra Nord America, Sud America ed Europa, è rappresentativa di questa aspirazione a travalicare i confini per incontrare persone e culture diverse”. "Ciascuno di noi, nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità però rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio”. E l’invito è a tutelarla questa dignità, soprattutto quando siamo in presenza di persone “fragili e indifese”, dal “nascituro, all’anziano, dal malato al disoccupato”, anche se “immigrato”. Leone XIV cita ancora il Rerum Novarum, la “prima grande enciclica sociale”, firmata da Leone XIII, a cui si è ispirato per la scelta del suo nome. Occorre "adoperarsi per porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all'interno di singole società".
“Investire sulla famiglia uomo-donna. No al riarmo”
In un passaggio del suo discorso, c’è un richiamo alla famiglia tradizionale. Leone ha ricordato ai governanti di “investire sulla famiglia fondata sull'unione stabile tra uomo e donna”, una “società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società”.
Prevost è tornato a parlare di guerra. E' possibile "sradicare le premesse di ogni conflitto e di ogni distruttiva volontà di conquista”. Ma serve “una sincera volontà di dialogo” e in quest’ottica è “necessario ridare respiro alla diplomazia multilaterale e a quelle istituzioni internazionali che sono state volute e pensate anzitutto per porre rimedio alle contese”. Leone chiede anche di “smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte”.
Il pontificato di Leone XIV inizia “nel cuore dell’anno giubilare dedicato alla speranza”. La prima speranza è di poter costruire “un mondo in cui ognuno possa realizzare la propria umanità nella verità, nella giustizia e nella pace”. “Mi auguro – ha detto – che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l'Ucraina e la Terra Santa”.
