Mercoledì 24 Aprile 2024

Lei sa che la figlia non si è uccisa Viaggio dell’anima a Buenos Aires

Elena lo sa. Sua figlia Rita non può essersi uccisa. Elena sa che c’è qualcuno che l’ha ammazzata. Rita mai e poi mai si sarebbe impiccata nella chiesa che frequentava perché aveva paura dei fulmini. Ma nessuno le dà ascolto. Le indagini, come si dice, vengono archiviate in men che non si dica. Nessuno sta a sentire Elena, nessuno crede all’omicidio di sua figlia. E allora Elena che fa? Si mette in testa di chiedere aiuto a Isabel che deve a Rita e a Elena un vecchio, chiamiamolo così, favore. Isabel deve saldare un debito antico di vent’anni. Ma c’è un problema. Anzi, due. Elena deve attraversare tutta Buenos Aires per raggiungere Isabel e ciò le costa immensa fatica. Infatti, Elena è malata, si muove male e solo grazie alle pastiglie che il dottore le ha prescritto perché soffre di Parkinson. Ma Elena deve chiedere aiuto perché sa che la figlia non si è uccisa.

Comincia così un lungo e doloroso viaggio per una Buenos Aires cupa e confusionaria insieme, una Buenos Aires che ti stringe e ti fa star male, molto male. Grande, enorme città. Con le sue strade, i suoi taxi, la sua gente che non capisce (o fa finta) la malattia di Elena. La sua giornata è scandita dai tempi delle pastiglie che le permettono di tirare avanti. E quando il taxi si muove "Elena è grata che qualcuno lo faccia per lei". Così, oltre alla ricerca di Isabel, Elena può ricordare Rita, il loro rapporto (troppo) conflittuale, la figlia che si occupava di lei, in un viaggio a ritroso nel tempo che non ha accenti di nostalgia, ma solo tanta, tanta sofferenza. Elena sì che ritroverà Isabel solo alla fine del libro che riserva più di una sorpresa e che rivelerà se davvero Rita si è suicidata dopo anni di cure alla madre.

Un romanzo potente, dalla scrittura scarna e ricercata al tempo stesso. Un romanzo che scava nell’anima e ti fa sentire il peso di una lucida e perfida malattia. Un romanzo da leggere. Un romanzo di una fuoriclasse che risponde al nome di Piñeiro, Claudia Piñeiro, tra le voci più penetranti della letteratura ispano americana. Una conferma (casomai ce ne fosse bisogno...).

Francesco Ghidetti

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