Giovedì 25 Aprile 2024

L’aerotreno dei sogni che finì fuori pista

Cento anni fa il chimerico mezzo di trasporto si schiantò in Russia nel giorno della presentazione. Poi Usa e Germania ci riprovarono

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di Andrea

Cionci

Un “mostrum”, una affascinante e avveniristica chimera fra un treno e un aereo: eppure, cento anni fa deragliò disastrosamente l’Aerowagon, “aerotreno” sovietico. Si trattava di un locomotore a elica realizzato in Russia, progettato dell’inventore lettone Valerian Abakovsky al fine di trasportare gli ufficiali sovietici da una parte all’altra del paese in tempi brevissimi. Il vagone aveva, infatti, dimostrato di poter raggiungere la velocità di 140 chilometri all’ora durante numerose corse di prova; tali prestazioni erano rese possibili dalla presenza di un motore d’aereo. In seguito a diversi test riusciti con successo, si decise che l’invenzione potesse essere presentata al pubblico: l’occasione si presentò il 24 luglio del 1921 in concomitanza con una riunione del Profintern, l’internazionale rossa che aveva il compito di coordinare l’azione dei sindacati comunisti.

Quel giorno, erano 22 i delegati presenti alla riunione coinvolti per partecipare alla prima corsa ufficiale dell’Aerowagon, sulla tratta Mosca-Tula. L’andata fu un vero successo, ma durante il viaggio di ritorno il vagone deragliò e sette passeggeri morirono: tra questi vi era anche l’inventore del mezzo, Abakovsky, che concluse la sua vita ad appena 25 anni assieme alla fortuna della sua invenzione. I corpi delle vittime furono sepolti nel cimitero delle Mura del Cremlino, insieme a coloro che hanno sacrificato la vita per l’Unione Sovietica.

Il progetto dell’Aerowagon si interruppe in seguito al deragliamento, ma ispirò altri progetti successivi, come ad esempio il tedesco Schienenzeppelin, l’americano M-497 Black Beetle e, di nuovo in Unione Sovietica, il treno Turbojet.

Il caso dello Schienenzeppelin è particolarmente interessante: si trattava di un treno che evocava vagamente la forma del dirigibile Zeppelin. Fu progettato nel 1929 dall’ingegnere Franz Kruckenberg, che rimodulò l’idea di dotare il vagone di un motore ad elica: anche lo Schienenzeppelin infatti presentava molti dettagli provenienti dal mondo

aeronautico.

Il mezzo, grazie alla propulsione fornita dell’elica, poteva raggiungere velocità inimmaginabili per l’epoca: ottenne il record di velocità raggiungendo i 230 kmh, il 21 Giugno 1931, sulla linea Berlino-Amburgo. Il record fu detenuto sino al 1954, ma rimane ancora imbattuto per la categoria di veicoli con motore a benzina.

Fu realizzato un solo esemplare di Schienenzeppelin: un unico vagone, capace di ospitare sino a 40 passeggeri; la linea semplice e leggera e gli interni disegnati in stile Bauhaus dovevano farlo apparire veramente come il mezzo del futuro, caratterizzato da agilità, dinamicità e velocità. Bisogna tenere conto, però, di altri fattori: se da un lato l’aerotreno poteva dimostrarsi sicuro, anche la modernità e l’adeguatezza dei binari doveva ricoprire un ruolo molto importante. Inoltre, proprio la velocità impressionante – dal sapore futurista – intimoriva le persone; lo Schienenzeppelin, infatti, non trovò mai impiego per corse di linea e, nel 1939, in occasione dello scoppio della Seconda guerra mondiale, venne smantellato definitivamente per sostenere lo sforzo bellico del paese.

Un modellino dello Schienenzeppelin è conservato al Museo del modellinismo storico, il più completo al mondo con i suoi 450 metri quadri di esposizione, ed attrae ed incuriosisce ancora moltissimi visitatori. Nell’epoca dei pesanti treni a vapore questi mezzi dovevano emergere come vere “astronavi”, figlie di un ingegno vivace e volitivo, capace di spingersi al di là del presente e stupire ancor oggi, a distanza di un secolo.

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