Giovedì 25 Aprile 2024

L’acuto di Samuel, il Farinelli del futuro

Venezuelano, 29 anni, Mariño è il soprano maschile nuova star della lirica. "Che ci si senta uomo, donna o entrambi, conta la musica"

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di Carla Maria

Casanova

Bello. Occhi ardenti, labbra sensuali. Si fa ritrarre in veli vaporosi, body in pizzo bianco, tacchi di 30 cm, seduto mollemente in poltrona con un cockerino bianco e nero, entrambi avvolti in sautoirs di perle stile regina Margherita. Venezuelano di 29 anni: Samuel Mariño. Ad allertare i media è stata la sua voce. Samuel è sopranista (il castrato di un tempo). Bambino, aveva una vocetta fessa che, con la muta adolescenziale, gli procurò fastidi da parte dei soliti bulli. La mamma lo portò allora da un otorino, sperando in un intervento che abbassasse il registro della laringe. Per fortuna incapparono in un medico onesto: consigliò di aspettare e vedere come questa voce “buttava”.

Allievo di canto al Conservatorio di Caracas (si manteneva vendendo torte al limone nella panetteria di sua madre) Samuel si trasferì a Parigi per perfezionare il suo potenziale vocale. Raccolse premi, fino al felice debutto in palcoscenico e alla consacrazione al concorso di Marsiglia (2017). La voce aveva “buttato” bene. Ora la Decca classics gli ha fatto incidere il primo album Sopranista. Uscirà il 27 maggio.

Samuel Mariño è di certo intrigante: "Che qualcuno si senta uomo, donna, o entrambi – dice – io voglio che la gente faccia musica. Quando indosso un vestito e mi trucco sul palco, lo faccio perché amo la moda ed è una forma di dichiarazione. Ricevo messaggi da persone transgender che mi ringraziano. Questo mi incoraggia a continuare così".

Non è certo un caso unico, Mariño. Furono migliaia, e ancora ci sono parecchi sopranisti (controtenori, contraltisti) che cantano ovunque, senza suscitare scalpore. Si tratta di una tecnica vocale ardua che bisogna imparare ad usare. È che lui, la voce, l’ha piuttosto particolare. Un timbro che si libra senza freni nella sfera acuta che trilla e gorgheggia, sempre brillante e luminosa, in un repertorio che va da Haendel all’opera romantica. Dalla pazzia di Elvira dei Puritani all’aria del paggio di Un ballo in maschera di Verdi. Ovviamente il campo d’azione in cui si distingue è il barocco.

Sull’apparizione nel mondo musicale di questi fenomeni vocali (sopranisti, contraltisti, controtenori, falsettisti, più realisticamente “castrati” o “evirati”, pietosamente generalizzati in “musici”) comparsi nel 1600 e imperanti fino a oltre metà Ottocento, molto si è discusso. La truce pratica, che fece seguito al divieto pontificio di far cantare le donne in chiesa (fu abolita nel 1903!) consisteva in una evirazione prima della pubertà, permettendo alla laringe di mantenere il timbro da bambino, con la potenza vocale dell’adulto. Presto, questi musici – il cui effetto in scena era magico e sublime –assursero a fama mondiale. Gli altissimi guadagni indussero molte famiglie povere a far evirare i figli con qualità vocali promettenti. Anche se per tanti non funzionò: morirono dissanguati durante l’intervento oppure non riuscirono mai a far carriera. Ma la celebrità di alcuni varcò l’oceano.

Vedi Carlo Broschi, il leggendario Farinelli (dal nome della famiglia di magistrati napoletani Farina che lo aveva adottato, e fatto evirare). Fu un caso davvero unico. Nel 2006, la riesumazione della salma per studiarne l’apparato vocale, lo confermò “sopranista naturale” (magari superflua, quella evirazione!!!). Colto, amico intimo del Metastasio, Farinelli furoreggiò nelle corti di tutta Europa; in Spagna si mise anche a interessarsi di politica, ingerenza che gli procurò vari guai. Morì nella natia Napoli ricchissimo e celeberrimo. Nel 1994 lo riportò alla ribalta il film Farinelli, voce regina.

Tra i controtenori di pregio del nostro tempo: l’inglese Alfred Deller, il polacco Jozef Orlinsky (1990) star di YouTube, l’argentino Franco Fagioli (1981), tra tv, cd e dvd; e gli italiani Marco Lazzara (Livorno, 1962); Angelo Manzotti (1971), con debutto al Rof di Pesaro nel 1989; Raffaele Pè (Lodi, 1985) sposato, due figli, vive a Milano, Premio Abbiati 2019, nel 2020 è stato Rinaldo di Haendel al Maggio Musicale Fiorentino nello storico allestimento di Pier Luigi Pizzi. È anche – Pè – macho e avvenente.

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