Lunedì 20 Maggio 2024
CARLA MARIA
Magazine

La sorella di Mozart, sinfonia dell’emarginazione

A 12 anni Nannerl era tra i migliori pianisti d’Europa. Ma il padre decise di sacrificarla nel nome del genio del figlio maschio

La sorella di Mozart, sinfonia dell’emarginazione

La sorella di Mozart, sinfonia dell’emarginazione

di Carla Maria

Casanova

Le stirpi di geni non sono frequentissime ma la storia ne annovera più d’una, soprattutto nel caso di talenti artistici: musicisti (Bach) e pittori (Brueghel). Ci sono poi i casi dei congiunti, di solito mogli molto dotate non assurte alla grande fama a causa della loro condizione femminile, vedi Clara Schumann (8 figli, aveva altro da fare) o Fanny Mendelssohn, sorella di Felix. I casi di queste infelici geniali donne sono infinti ma uno davvero straordinario è quello di Maria Anna (Nannerl) Mozart, sorella maggiore del ben più noto Wolfgang Amadeus.

Questo personaggio di cui le cronache musicali si sono già molto occupate (come anche il libro del 2020 Le sorelle di Mozart di Beatrice Venezi, direttore d’orchestra), è stato ora preso a cuore da Rita Charbonnier che ne ha costruito addirittura un romanzo. Lei stessa compositrice, la Charbonnier, forse per motivi personali, si è sentita parte in causa. Il romanzo, La sorella di Mozart (Marcos y Marcos), è romanzo, quindi frutto di fantasia, ma personaggi e dati sono scrupolosamente storici e aprono su Nannerl un nuovo spaccato di indubbio interesse. Il nomignolo – "benedizione di Dio" – è ben giustificabile, la sua nascita arrivando in casa Mozart dopo quattro neonati morti prematuramente. Ancora cinque anni (e altri due neonati non sopravvissuti) e arrivò un maschio, anche lui "amato da Dio": Amadeus.

La bimba, nata a Salisburgo il 30 luglio 1751, dall’autoritario Leopoldo Mozart e dalla brillante e vivace Anna Maria Pertl, fu battezzata Maria Anna (Marianna) Walpurga Ignatia. Il padre musicista si accorse subito del talento eccezionale della figlia e le impartì solerti lezioni. A 12 anni lei veniva considerata tra i migliori pianisti d’Europa. A ruota seguiva suo fratello, che si era fatto notare fin dai suoi 3 anni (come alcune biografie assicurano). Nannerl suonava clavicembalo, violino e componeva. Molti furono i pezzi scritti per essere suonati dal piccolo Amadeus che, dal canto suo, più tardi commentò con un bigliettino: "Sono stupefatto! Non sapevo che tu fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In altre parole, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose". Appunto. Non ci fosse stato lui.

Intanto, il padre porta i due ragazzi in tournée in tutta Europa, sottoponendoli a condizioni di vita proibitive. Si ammalano di tifo, vaiolo (Mozart avrà sempre il viso butterato dalle cicatrici). Resistono. Superano le punte estreme delle epidemie salvàti da miracolosi interventi di medici di Corte privati, inviati in soccorso. Specie quella volta nei Paesi Bassi, quando Nannerl ha una devastante bronchite. Le viene somministrata l’estrema unzione. La sorella di Guglielmo V di Orange-Nassau manda il suo medico privato. La bimba non muore. Poi sarà anche vittima di tisi. Sopravviverà di nuovo e di molti anni anche al fratello, morto come si sa a 36 anni (di tifo? peste? colera?) sciaguratamente coperto di debiti.

Il duo musicale vincente con la sorella si era concluso ai 13 anni di lui. Nannerl ne aveva 18 e andò sposa. Cioè, suo padre, che non poteva ipotecare un avvenire musicale per una figlia femmina e non gradiva l’insegnante di musica Franz Armand d’Ippold da lei amato, la fece portare all’altare dal barone Johann Baptiste Franz von Berchtold zu Sonnenburg, ricco magistrato già padre di due figli avuti da due precedenti matrimoni. Lei gliene darà altri tre. Di musica non si parla più. La storia non dice quanto Nannerl abbia sofferto ma alcuni scritti riferiscono che ogni volta che Amadeus partiva in tournée con il padre lei era colpita da fortissime emicranie e si rinchiudeva per giorni nella sua camera.

Continuò a comporre? Del suggerimento del fratello di "fare più spesso di quelle cose così graziose" si ignora il seguito. Con il matrimonio Nannerl andò ad abitare a sei ore di carrozza da Salisburgo. I contatti con la famiglia si affievolirono e poi interruppero con le nozze di Amadeus con Constanze Weber, che sua sorella – con oculato discernimento – giudicava non adatta a lui. Di musica Nannerl tornerà a parlare a 50 anni quando, rimasta vedova e trovandosi in ristrettezze economiche, riprende a suonare il clavicembalo e torna a Salisburgo come pregiata insegnante.

Non solo musica, però. Mette mani alla catastrofica situazione lasciata dal fratello, riordina il materiale (lei ne conosceva il valore!), lo cataloga, , autentica le composizioni (forse alcune erano sue?), ne incentiva la pubblicazione, fissa i diritti con gli Editori musicali. Con il figlio di lui Franz oramai trentenne, stabilisce una proficua collaborazione, affettiva e professionale. Scrive le Memorie di Amadeus. Riunisce le lettere. Ma nulla, del materiale prodotto da lei, è rimasto o comunque (per ora) giunto fino a noi, anche se si vocifera che parecchie composizioni (Lieder, quartetti, persino concerti) attribuite ad Amadeus siano in realtà sue. Nannerl muore nel 1829, prossima agli 80 anni ed è sepolta nella abbazia di san Pietro a Salisburgo, accanto al fratello di Joseph Haydn, anch’egli musicista. Un ultimo doveroso omaggio (inconscia rivincita?) allorchè le ossa di Amadeus andarono perse in una fossa comune.

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