Lunedì 29 Aprile 2024

La seconda vita di Gigi: "Che follie con Andrea. Il mio show a 74 anni?. Correre le maratone"

L’attore del celebre duo con Roncato vive con la moglie a Marbella "La tv di oggi non mi piace, mi implorano di fare reality ma io li odio".

Gigi Sammarchi metre corre una maratona (nel tondo insieme al comico, del duo, Andrea Roncato)

Gigi Sammarchi metre corre una maratona (nel tondo insieme al comico, del duo, Andrea Roncato)

Bologna, 11 marzo 2024 – Da Bologna a Marbella, passando per il successo nei piccoli e grandi schermi italiani. Gigi Sammarchi, oggi 74enne, si è trasferito con la moglie Patrizia Guzzi nel suo buen retiro spagnolo: dopo la vita da comico e attore, ora il secondo tempo è dedicato alle maratone. "Questa è la scelta più pazza che ho fatto nella vita, vado in vacanza e mi iscrivo alle corse: l’ultima è stata a Sydney", racconta l’amico e fratello di palco di Andrea Roncato. Insieme hanno attraversato la scena comica tricolore, l’ascesa di Mediaset e l’apice della commedia all’italiana con film cult come ‘Rimini, Rimini’ e ‘L’allenatore nel pallone’.

Come mai Marbella?

"Perché qui l’inverno non esiste: tutto l’anno i locali sulla spiaggia sono aperti. E quando è freddo ci sono 18 gradi".

Cosa le manca di Bologna?

"La gioventù passata. Una città di provincia dove trovi tutto, che vive abbastanza la notte. Nel cuore mi è rimasta la zona universitaria, dove sono nato".

Come ha conosciuto Andrea?

"In parrocchia, facendo i chierichetti. L’amicizia, che dura tuttora, è nata subito a 8-9 anni. Giocavamo anche a basket insieme. Abbiamo iniziato a cantare nel coro della chiesa, poi abbiamo fondato un complesso musicale e alla fine siamo passati a fare i cretini".

Avete mai litigato?

"Non ti sembrerà vero, ma non è mai capitato. Più per merito mio che suo: io non ho mai litigato con nessuno in vita mia. Quando vedo tensione, non mi piace alzare la voce: o me ne vado o lascio sfogare l’altro".

Tra i due lei è il calmo e razionale: qual è la cosa più pazza che ha fatto in vita sua?

"Mettermi a correre".

In che senso?

"Ho giocato nella Nazionale degli artisti della tv, ma non ero un campione. Così il massaggiatore che mi curava la schiena mi propose di correre con lui. Sono 15 anni che faccio maratone: di solito sto sotto alle 4 ore, per un 74enne non è male. Forse essere vegetariano aiuta".

L’ultima che ha fatto?

"A Sydney, ma ci ho messo 4 ore e 20 minuti: il percorso era molto complicato".

Quanto si allena?

"Ogni giorno faccio 15 chilometri, poi a ridosso delle gare intensifico".

Il film al quale è più legato?

"Acapulco, prima spiaggia a… sinistra: il più autobiografico".

Lavorò con Paolo Villaggio in Pompieri e Rimini, Rimini.

"Un personaggio unico. Quando finivamo le riprese andavamo quasi sempre fuori a pranzo, non mangiavamo il cestino del set. A Cinecittà venivano anche Tognazzi, De Sica e ogni volta qualcuno a giro pagava per tutti. Quando toccò a Paolo, lui disse ‘ok, vado io’. Qualche ora dopo arrivò sul set il proprietario: ’ragazzi, c’è il conto da pagare’. Tutte le volte Paolo faceva uno scherzo diverso".

Che esperienza è stata ‘L’allenatore nel pallone’?

"Stupenda: siamo stati un mese in Brasile. Non avevo mai lavorato con Lino Banfi e ci siamo divertiti molto. Abbiamo affrontato il mondo del calcio, un tema molto caldo, e non credevo il film diventasse così epocale".

Voi divi dello showbiz avevate davvero tutte le donne ai vostri piedi?

"Beh, sì. Poi non ci fai neanche più caso, perché ti abitui a non doverti sudare la conquista".

La tv di oggi le piace?

"Per niente. Noi stavamo sul palco anche mezzora, ora è tutto giocato sulle battute rapide".

C’è qualche comico italiano che apprezza?

"Ale e Franz non mi dispiacciano, ci rivedo un po’ noi. Anche Enrico Brignano non è male".

Come è stato staccarsi dall’adrenalina del pubblico?

"È un trauma che non ho avvertito, con Andrea continuiamo a fare serate".

Le hanno proposto di partecipare a qualche reality?

"Sì, ma li odio: creano solo vecchi e nuovi delusi. La celebrità dura due mesi".

La sua celebrità arrivò in Rai.

"Fu Sandra Mondaini a lanciare me e Andrea. Con lei avevamo un rapporto quasi fraterno: ci ha fatto fare il salto dalla provincia al grande palcoscenico della Rai. Ci esibivamo all’Osteria delle Dame di Bologna, era un grande laboratorio di talenti, e lei notò le nostre qualità".

Come è stato il passaggio dalla Rai a Mediaset?

"Una volta arrivò Silvio Berlusconi e ci disse: ’voi quanto guadagnate? Bene, io vi do il triplo’. Ma a parte il lato economico, lui ci offrì ruoli importanti: non eravamo solo ospiti in programmi, ma li conducevamo. C’era molto entusiasmo attorno alla nuova rete che nasceva".

Che rapporto avevate con Berlusconi?

"Era come un padre per noi. Ci disse: se avete un problema non discutete, chiamatemi subito e ve lo risolvo. Ricordo che c’era questo detto ‘se Berlusconi ti invita a casa a cena, hai successo’: ecco, a noi capitò".

Essere una spalla è stato frustrante?

"No, è capitato naturalmente così, senza darci i ruoli. Io di carattere sono molto meno arrivista, nel senso buono, di Andrea. E non morirò sul palcoscenico".

Che rapporto ha coi social?

"Pessimo, li odio e non ho profili. Capisco che possano essere utili, ma tengo alla mia privacy".

Non ha avuto figli. Rimpianti?

"No, perché nella mia vita ‘fertile’ ci abbiamo provato e non è successo. Mi ritengo fortunato, ho avuto una vita bellissima e piena. Non è mai stato un cruccio di mia moglie".

È riuscito a gestire bene i soldi guadagnati?

"Non ho mai fatto la formichina, ma non ho avuto problemi e ora campo di rendita. Ho molti amici e colleghi, invece, che si ritrovano in cattive acque".

Come è nata l’idea dei baffi?

"Negli anni ‘70 andavano di moda baffi e basettoni. Da quel momento li ho sempre tenuti tranne una volta".

Quando?

"In una commedia con Andrea interpretavamo una coppia, io ero la donna. Così me li sono fatti tagliare, ma all’esterno usavo dei baffi finti. E nessuno si accorse mai di nulla".

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