Destiny Young Obi ha solo 17 anni ma ha già vissuto molte vite. Dentro una forza di volontà e di riscatto sul destino, come i cavalieri Jedi di Star Wars che tornano alla mente leggendo il cognome. Un ragazzone di origini nigeriane nato in Italia, che qui abita con la mamma nella comunità Fuligno di Firenze, scoperto per caso tre anni fa dall’attuale assessore comunale Jacopo Vicini nei meandri di Villa Lorenzi, la struttura nata per accogliere ragazzi e ragazze a rischio disagio giovanile.
"D’inverno facciamo al Santo Bevitore un pranzo di Natale per le famiglie più bisognose – ricorda Vicini –. Quell’anno Destiny si presentò da solo. Gli proposi di provare il football e subito chiamai anche Edoardo Cammi (general manager dei Guelfi, ndr) per raccontagli di questo ragazzo, che non aveva i soldi per pagare l’iscrizione ma loro lo accolsero nel migliore dei modi".
Del football il ragazzo aveva sentito parlare solo nei film. Ci racconta che è "il più piccolo in famiglia, i miei fratelli sono in Nigeria e non li ho mai incontrati". Il padre invece non c’è. Grazie alla sua forte passione sportiva è riuscito a riscattarsi da un destino che, a dispetto del nome, sembrava tutt’altro che favorevole. "Già da piccolo volevo fare sport ma in famiglia mancavano i soldi. Un giorno andando a Villa (Lorenzi) ho incontrato Jacopo (Vicini, ndr) che mi ha introdotto nell’ambiente. Sono venuto ad allenarmi coi Guelfi e mi è subito piaciuto e la società mi ha fatto sentire parte di qualcosa", dice Young Obi. Il manager del club, Edoardo Cammi, spiega: "Non parlava, se non pochissimo, sguardo sempre basso pieno di tristezza. Arrivava da un situazione complessa ma da quando si è unito ai Guelfi si è trovato in una squadra molto unita, in cui vige lo spirito di fratellanza, quasi come una seconda famiglia. Per lui, probabilmente, è stato l’unico momento di felicità".
A tre anni di distanza Destiny è cambiato. E ora è partito per gli Stati Uniti, dove resterà sei mesi ospite di una host family, a studiare e a giocare in una high school. La proposta di andare gliel’ha fatta il Gm dei Guelfi: "In America le caratteristiche fisiche sono determinanti per giocare a football, quindi uno come lui si trova in una situazione ideale. E c’è un nostro ex coach, un ragazzo italo-americano che ha creato un’academy per il ruolo in cui gioca". Per restare, però, dovrà andare bene anche a scuola "ma è un ragazzo intelligente, taciturno, con un bagaglio di problemi magari pesante ma che mette tutto il suo impegno in quello che fa". Catapultato in una situazione in cui potrà fare del football la sua vita, il 17enne è intenzionato a fare del motto ’from zero to Hero’ il proprio mantra. "L’obiettivo che devo pormi è di restare là: qui ho una casa, lì un futuro magari. Io voglio diventare qualcuno, voglio giocare".
Una scommessa, come quella fatta su di lui dai Guelfi Sport Center e non solo: "Se si gioca bene le sue carte, si impegna al massimo ha i mezzi per ricevere una borsa di studio per meriti sportivi e andare a giocare in un college", chiosa il gm Cammi. Che poi annuncia: "Come club siamo molto attivi sul lato sociale e negli anni abbiamo ricevuto donazioni da ex giocatori, allenatori, amici e amiche del club, come accade in America dove c’è la cultura degli alumni. Prendendo come esempio il sistema di ‘booster club’, vogliamo ora lanciare un nostro progetto: vorremmo che quella di Destiny fosse una prima testimonianza di quello che i Guelfi possono fare, ma ci serve il vostro sostegno".
Come nel film ’The Blind Side’ quella Di Destiny Young Obi è una storia di solidarietà ma anche della forza dello sport. "Si è recuperato un ragazzo che altrimenti non so che futuro avesse - conclude l’assessore Vicini –. In poche settimane, grazie a Villa Lorenzi, la comunità che lo ospita e i Guelfi siamo riusciti a trovare le risorse per pagare viaggio e la permanenza negli Stati Uniti per sei mesi, oltre a raccogliere tutta la documentazione necessaria, e devo ringraziare queste realtà che hanno fatto un lavoro incredibile".