Mercoledì 24 Aprile 2024

La favola amara dell’asino Eo

Il regista: "Sperimenta gioie e dolori, sentendo le ruote del destino schiacciare la sua innocenza"

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EO di Jerzy Skolimowski (nella foto), Gran premio della giuria a Cannes e un posto appena assicurato tra i 15 titoli della shortlist per le nomination agli Oscar tra i film internazionali (è il candidato della Polonia), è arrivato nelle sale: è un film poetico, un road movie amaro sul mondo che ci circonda e sulle difficili relazioni sociali e anche un lavoro animalista.

Il protagonista è un asino di nome Baltazar, che inizia in un circo polacco e finisce in un mattatoio italiano. Primo lungometraggio in sette anni, l’autore polacco torna al cinema con un adattamento contemporaneo di Au Hasard Balthazar (1966) di Robert Bresson, in cui la vita di un bravo e semplice asino è una sorta di cartina tornasole per testare gentilezza e umanità.

Skolimowski, 84 anni, conserva la figura dell’asino, qui chiamato Eo che passa di proprietario in proprietario, "sperimentando gioia e dolore, e sentendo le ruote del destino schiacciare la sua innocenza". Ambientato in Polonia e in Italia ai giorni nostri, il film ha nel cast Sandra Drzymalska, Lorenzo Zurzolo e anche Isabelle Huppert nel ruolo de “La Contessa“.

"Mai una mia opera è andata così bene nel mondo" ha detto il regista di quella che è una favola sull’innocenza. Ad interpreare Baltazar sono sei asini sardi ("non avremmo potuto usarne solo uno") di cui ricorda amorevole i nomi. Non secondario per il regista il messaggio animalista dell’opera: "Io stesso ho ridotto il consumo di carne dell’80 per cento, mi auguro che il film possa contribuire alla battaglia contro la crudeltà verso gli animali, non dobbiamo trattarli come oggetti ma esseri viventi, sono nostri fratelli".

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