Giovedì 2 Maggio 2024

La civiltà delle streghe. Maghe libere e seducenti nella morsa dell’Inquisizione. Voci autentiche di rivolta

Perseguitate dalla Chiesa (e dal potere maschile) dal 1300 alla fine del 1600. Il fascino di donne sapienti, indipendenti, ribelli alla tirannide del giogo familiare .

La civiltà delle streghe. Maghe libere e seducenti nella morsa dell’Inquisizione. Voci autentiche di rivolta

La civiltà delle streghe. Maghe libere e seducenti nella morsa dell’Inquisizione. Voci autentiche di rivolta

La questione delle streghe è sempre legata a doppio filo alle vicende storiche del territorio. Bologna, seconda capitale dello Stato della Chiesa, e la sua provincia hanno spesso subito processi e inquisizioni radicali, durissime. Diverso, in alcuni momenti, il destino di Ferrara estense, che ha il privilegio della indipendenza in alcune epoche, come al momento della luminosa monarchia della strepitosa Renata di Francia, regina calvinista di uno stato cattolico, insieme alla strepitosa Gracia Nasi, regina senza corona degli ebrei, che ebbe un ruolo importante nella storia europea, sfidando addirittura il pontefice. L’arrivo del papa, al momento della devoluzione della città a Roma, quando gli Este si stabiliscono nella loro minor città Modena cambia radicalmente il ritmo e le persecuzioni crescono radicalmente.

Gli studiosi dalla fine dell’Ottocento hanno censito storie di persecuzione di streghe dalla fine del 1300 alla fine del 1600. Il picco fu intorno al 1522, data delle persecuzioni di massa a Mirandola, quando processi furibondi misero a ferro e fuoco quel territorio con il beneplacito del signore locale Giovan Francesco Pico, ammaliato dal rigore di Girolamo Savonarola, che scrisse il funesto dialogo de La strega, usato dalla Chiesa come riferimento ideologico, insieme al terribile Malleus Maleficarum di Spraenger e Istitorius (1487). Gli archivi della Inquisizione in questo territorio sono giunti in modo assai lacunoso, perché spesso occultati alla fine del potere della Chiesa, ma anche perché bruciati dal furore popolare al momento dell’unificazione italiana, quando Bologna italiana volle dare un taglio netto con il suo pesante passato papalino.

D’altro canto Gentile Budrioli, chiamata strega enormissima, bruciata il 14 luglio 1498 a Piazza San Domenico, si staglia nella storia bolognese come una stella, venendo perseguitata dall’autorità ecclesiastica, nel momento in cui i suoi protettori Bentivoglio si avviavano al clamoroso tramonto di una dinastia durata sessant’anni.

Il potere maschile aveva orrore delle streghe, per cui nutriva un timore patologico. Donne sapienti, popolane o di estrazione più altolocata, regine di territori, non si accontentavano di ubbidire ai loro uomini e di vivere nella tirannide del giogo familiare. Volevano essere in grado di esercitare la cura, di comprendere la propria natura, di assicurarsi magicamente un compagno, in un’epoca in cui le signore non avevano di fatto diritti, e potevano facilmente essere ripudiate. L’Emilia è il territorio dove Matteo Boiardo e Ludovico Ariosto hanno dato vita, nell’Orlando innamorato e nell’Orlando Furioso, alla seducentissima Maga Alcina: in questo ultimo libro risuonano le voci di signore che hanno avuto finora, scarso o nullo, diritto alla memoria. Ariosto ricorda anche Gabrina degli Abeti, che venne processata a Modena a fine ‘300, e condannata a pene gravi.

Tra Toscana e Romagna si svolsero le ricerche di Charles Godfrey Leland, determinanti per la comprensione della civiltà delle streghe (secondo il titolo del capitale libro di Eugenio e Giuseppina Battisti pubblicato nel 1964, e ripresentato nel 2015 da Pgreco). Il folklorista americano, assai interessato agli studi sui gitani e sui loro idiomi segreti, rintracciò le tracce di culti pagani sull’Appennino, trovando una propria ambasciatrice in Maddalena, una donna misteriosa.

Dopo avere pubblicato Etruscan Roman Remains in Popular Tradition (1892) e Legends from Florence Collected from the People, uscita in due volumi nel 1896, Aradia o il vangelo delle streghe fu edita nel 1899. I folkloristi italiani ebbero a mettere in discussione l’identità della sapiente signora, dicendo anzi che essa era una invenzione di Leland, ma d’altro canto l’identikit della sua testimone poteva soltanto rimanere segreto, per tutelarla da rappresaglie paesane, in un’epoca in cui le uccisioni di donne accusate dall’opinione popolare di atti magici era all’ordine del giorno.

Il Vangelo ha avuto una straordinaria fortuna nel mondo anglosassone: da qui viene l’avventura della Wicca resa nota al mondo nel 1953 dagli scritti di Gerald Gardner, autore di Witchcraft Today (1954). In Italia il libro ha avuto per lunghi decenni circolazione clandestina, fino a una edizione critica di Lorenza Menegoni, edita da Olschki nella collezione di Lares nel 1999. Ora esce presso la casa editrice Odoya di Bologna la mia nuova traduzione di questo libro, determinante per comprendere i movimenti di una cultura dimenticata. Tra lampi di violenza del desiderio, la maggior parte delle preghiere ad Aradia, figlia di Diana, detta anche Erodiade, in consonanza con il personaggio biblico, sono per la ricerca della pace e della felicità.

Egli prende sempre la parte delle streghe, contro il potere dei preti, assai lieto di raccontare favole nere in cui sacerdoti sacrileghi di Diana, vengono puniti con visioni e epifanie raccapriccianti. Il Vangelo è quindi un canto di rivolta, in cui la strega è il capo della lotta dei poveri contro i potenti malvagi, e specialmente contro la Chiesa.

A Bologna a Palazzo Pallavicini si è aperta la mostra Stregherie, da me curata, una grande ricognizione nel mondo delle streghe, segnato da superstizioni e errori storici clamorosi ancora oggi. L’esposizione, che amplia un primo percorso presentato a Monza lo scorso anno, con oggetti da collezioni pubbliche e private, con opere rarissime sul tema, dedica anche una sezione alla ricostruzione di una serie di signore perseguitate tra Emilia e Romagna.

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