Mercoledì 24 Aprile 2024

Isabellissima: "Io, pigramente sul set"

La Rossellini al Cinema Ritrovato di Bologna: "A una settantenne non offrono ruoli da protagonista. E non ho più voglia di attendere i ciak"

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di Benedetta Cucci

Non fa quasi più cinema – preferisce scriverlo – perché non ha voglia di aspettare i ciak per ore o stare quattro mesi lontano da casa. Ecco il motivo per cui ha detto sì alla serie per HBO Max sulla chef americana Julia Child (titolo: Julia), che vedrà il suo ritorno sul set il 10 agosto, nel ruolo dell’amica francese della star dei fornelli: si gira a Boston, solo quattro ore di macchina da casa sua che è a Brookhaven, New York, dove abita in una fattoria biologica, “Mama Farm“.

Isabella Rossellini, 69 anni, è arrivata ieri a Bologna per aprire come madrina il festival “Il Cinema Ritrovato“ in piazza Maggiore, ma anche per presentare al pubblico di cinefili il film restaurato del padre Roberto Francesco, giullare di Dio e per parlare di due argomenti che le stanno a cuore, cinema e campagna, che riassumono bene la sua vita attuale di donna che nella vita non si è fatta mancare nulla, decidendo anche di iscriversi all’università dove a 66 anni si è laureata in comportamento e conservazione animale.

Signora Rossellini, lei è madrina di un festival che fa conoscere la storia del grande cinema attraverso il restauro di film che tornano all’antico splendore. Quali sono i suoi capolavori del cuore?

"A questo proposito devo ringraziare la Cineteca di Bologna perché soprattutto in questo ultimo anno e mezzo di clausura, ho visto tantissimi film. Vedo uno o due film al giorno e questo è possibile solo al grande lavoro del Cinema Ritrovato e di altre istituzioni che ci credono. Quando ero piccola, se volevo vedere un film di mia madre, anche i più famosi come Casablanca o Notorius, dovevo aspettare che ci fosse una retrospettiva su Ingrid Bergman o su Alfred Hitchcock, che passassero in televisione o li dessero in qualche cinema d’Essai".

E durante la “clausura“ cos’ha guardato?

"Con un gruppo di amici abbiamo fatto una lista di autori che amiamo e abbiamo cominciato le visioni da Fellini, per celebrare il centesimo anniversario, poi, essendo morta Agnès Varda abbiamo guardato i suoi. Per ogni regista 4 o 5 titoli e, cronologicamente, siamo andati avanti così. Ozu, Fassbinder, Von Trotta… che forza incredibile, l‘avevo dimenticata. Guardavamo i film e poi dalle 9 alle 10 di sera, tutte le sere, ci confrontavamo su Zoom per dirci le nostre impressioni. Adesso succede due volte alla settimana e tutte le mattine mi sveglio alle 5 e mezza e guardo un film fino alle 7,30. Poi inizio la giornata".

Tutto questo è accaduto nella sua fattoria. Cinema e campagna sono un binomio per lei interessante, anche relativamente ai suoi cortissimi della serie Green Porn.

"Credo che ci sia un interesse maggiore per la campagna. Però mi ricordo che quando avevo 17 anni avevo pensato di fare Agraria all’università perché andavo in campagna, vedevo le piccole fattorie con le mucche e volevo vivere così. Tutti mi dicevano invece che non era più tempo e quindi ho preferito l’Accademia, perché mi piaceva la moda, ho fatto la modella, ho fatto la costumista di mio padre… ma l’amore per la terra c’è sempre stato e ora che ho una fattoria lo riscontro anche tra i giovani che cercano una nuova vita, forse è legato all’inquinamento e al cambiamento climatico".

Lei è a Bologna anche per presentare il film che suo padre girò nel 1950 Francesco, giullare di Dio: cosa può dirci?

"È un film bellissimo, anche perché è scritto da Fellini, quindi c’è tutto l’umorismo di Fellini e la ricerca etica di mio padre. È una collaborazione molto interessante tra due autori italiani davvero importanti".

Come attrice a quali ruoli dice sì?

"Mi propongono sempre ruoli secondari, difficile che una donna di 70 anni abbia proposte da protagonista. E io al mio agente dico che non ho voglia di andare via per quattro mesi lontano dalla famiglia. Infatti adesso sto per iniziare una serie su Julia Child dove faccio l’amica Simone Beck, si gira a Boston, a tre ore da casa, e nel contratto c’è scritto che se non lavoro, per tre o quattro giorni o nel weekend posso tornare a casa".

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