Giovedì 25 Aprile 2024

"Il sogno della ragione? Genera buchi bianchi"

L’ultimo studio di Carlo Rovelli: "La loro esistenza è un’ipotesi da verificare. Ma la scienza si nutre di immaginazione e avventure intellettuali"

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di Lorenzo Guadagnucci

Carlo Rovelli è un fisico di fama internazionale, viaggia coi suoi studi nello spazio profondo e si è preso l’impegno di portare idealmente con sé le persone comuni che leggono i suoi libri, tutte opere di raffinata divulgazione. Ora ha scoperto che oltre i buchi neri, inseguiti per decenni con calcoli e teorie e infine individuati (addirittura fotografati), potrebbero esserci i Buchi bianchi, titolo del nuovo libro pubblicato da Adelphi. È l’idea che i buchi neri, dai quali non può uscire niente, alla fine del loro percorso si trasformino, appunto, in buchi bianchi, "loro elusivi fratelli minori". È un’ipotesi da verificare, un’avventura che Rovelli racconta come "un bollettino dal fronte".

Professore, i buchi neri hanno affascinato anche i profani, può succedere lo stesso con i buchi bianchi?

"La popolarità dei buchi neri è dilagata quando finalmente li abbiamo visti. I buchi bianchi chissà se li vedremo".

Se i buchi bianchi non ci fossero, che resterebbe del suo libro? La traccia di uno sforzo inutile, di un sogno o che altro?

"Resterebbe tutto: la descrizione precisa di cosa sono i buchi neri e del loro interno, che sono cose che sappiamo ma il grande pubblico non conosce, ma soprattutto resterebbe il racconto di una grande avventura di viaggio: l’avventura di cosa sia provare a vedere dove non vediamo ancora".

La scoperta dei buchi bianchi può essere definita un viaggio. A che cosa lo comparerebbe?

"Con molta arroganza la paragonerei a un bel testo di Keplero, dove Keplero racconta che sua madre lo porta in giro per il sistema solare, mostrandogli da vicino come si muovono i pianeti, volando a cavallo di una scopa. La madre di Keplero è stata processata per stregoneria".

Quanto conta l’immaginazione nella fisica?

"È metà dell’arte. L’altra metà è calcoli, misure, logica, precisione, e molta molta fatica".

Perché è importante conoscere l’universo? O è solo un’avventura intellettuale?

"È solo un’avventura intellettuale. Poi chissà... Precedenti avventure intellettuali ci hanno dato l’intero mondo moderno: dalla medicina che ha raddoppiato la nostra vita, alle case confortevoli, fino agli aeroplani e questo computer con cui ci stiamo scrivendo".

Lei fa continuo riferimento a Dante: perché? E come è nata questa passione?

"La mia passione per Dante è nata quando sono andato a vivere in America. All’inizio ero abbastanza solitario, parlavo inglese tutto il giorno e mi mancava la lingua italiana. Tornavo a casa solo solingo, mi sprofondavo in una grande poltrona e leggevo la Divina Commedia per nostalgia dell’Italia. Così me ne sono innamorato. Ha delle pagine noiosissime, ma poi delle pagine che sono un assoluto incanto. Ed è il più straordinario racconto di viaggio mai scritto. Quando poi ho deciso di scrivere del viaggio dentro un buco nero e attraverso un buco bianco, mi era impossibile non citare Dante. I versi venivano da soli. Cosa si può dire all’inquietante entrata di un buco nero se non “Lasciate ogni speranza voi che entrate”?".

Nel suo libro fa molti esempi e usa molte metafore: quanto contano le capacità letterarie nel raccontare la fisica?

"Contano anche nel fare scienza. La scienza vive di metafore. Le “forze” di Newton nascono da una metafora della forza fisica, i “campi” elettrici e magnetici da una metafora dei campi di grano, e così via. Cerchiamo sempre di capire cose nuove usando e ri-adattando concetti vecchi".

Oltre Dante, ha degli scrittori di riferimento? Legge romanzi?

"Leggo tantissimo, anche romanzi. Tra i miei scrittori preferiti ci sono Conrad, Chandler, Nabokov, e i grandi romanzi classici della letteratura orientale, come La storia di Genji, il principe splendente, o Il sogno della camera rossa. Sto rileggendo Delitto e castigo di Dostoevskij. Quando si rileggono i grandi classici si scoprono sempre cose nuove; non mi ero reso conto prima che Delitto e castigo è innanzi tutto una storia d’amore".

Molti fisici famosi sono stati anche filosofi e pensatori, spesso radicali e in qualche modo rivoluzionari. La fisica... è di sinistra?

"Ho amici fisici perfino più di destra del nostro attuale primo ministro. Ma se per lei cambiare, e capire meglio le cose in modo radicale, è “di sinistra”, allora sì, la scienza è “di sinistra”".

Qual è il suo sogno di fisico?

"Che qualcuno escogiti un modo per misurare le predizioni dalla Teoria dei Loop. Per esempio misurare i valori discreti (o “quantizzati”) dell’area di superfici piccole".

E il suo sogno di scrittore?

"Sono contento di quanto ho scritto fin qui. Mi basta. Non mi sono mai pensato davvero come uno scrittore".

Lei “frequenta” lo spazio, come vede la Terra da lì? E quanto le piace, se le piace, il mondo attuale?

"Ha aspetti bellissimi e aspetti orrendi. Di bello c’è quanto l’umanità è riuscita a rendere decente la vita di tanti. Solo la Cina ha fatto uscire dalla povertà estrema mezzo miliardo di esseri umani negli ultimi decenni. È una colossale riduzione delle sofferenze. Di orrendo c’è che tutti vogliono essere più ricchi degli altri, o più potenti degli altri, e per questo non esitano ad ammazzare, distruggere, fare guerre, e creare immense sofferenze, per di più nascondendosi dietro montagne di alate parole, pretesa giustizia, e ipocrisia".

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