Giovedì 25 Aprile 2024

IL LAGAZUOI PER ALLENARE LA MEMORIA

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di Enrico Barbetti

Un museo grande come una montagna, da visitare con gli scarponi ai piedi nell’aria rarefatta dei quasi tremila metri. Il Lagazuoi è un libro di storia a cielo aperto scritto su pagine di roccia dolomitica a pochi chilometri da Cortina: racconta di come la vita in guerra può essere infernale anche in uno dei luoghi più belli del mondo. Le testimonianze di uno dei fronti più alti della Prima Guerra Mondiale sono disseminate in ogni anfratto di questo monte, sconvolto anche morfologicamente dalle mine dei soldati italiani e austriaci che si sono fronteggiati sopra e sotto la cresta dal 1915 al 1917. Le loro fatiche per plasmare le pareti alle esigenze militari sono oggi cucite insieme dal progetto del Museo della Grande Guerra, che permette agli escursionisti di esplorare il massiccio dolomitico muovendosi sulle stesse rocce calcate dagli Alpini e dai Kaiserjager. I contrafforti del Lagazuoi s’innalzano sopra il passo Falzarego e la visita ai quartieri alti è consentita anche ai meno allenati, grazie alla funivia che sale da quota 2105 a 2752 metri. A pochi passi dalla stazione superiore dell’impianto sorge il rifugio Lagazuoi, dove è possibile sostare per un pranzo sulla terrazza che abbraccia un orizzonte da togliere il fiato: a destra sorge il gruppo del Sella, davanti biancheggia il ghiacciaio della Marmolada e a sinistra, vicinissima, svetta la Tofana di Rozes. Una passeggiata alla portata di tutti conduce in 15-20 minuti alla croce di vetta quota 2778. Un altro modo di godere dei panorami alpini è quello di soffermarsi nella stazione superiore della funivia dove è allestito dal 2018 il Lagazuoi Expo Dolomiti, una galleria espositiva che ospita eventi e mostre: fino a settembre sono esposte le fotografie di Olivo Barbieri, maestro dell’obiettivo vincitore del concorso Lagazuoi Photo Award con una serie di immagini di grande impatto sul tema della montagna. Nei dintorni sono inoltre visitabili postazioni di mitragliatrici e vedette della Grande Guerra.

Per entrare più in profondità, letteralmente, nel tema del primo conflitto mondiale, gli appassionati delle terre alte hanno però a disposizione itinerari più impegnativi, a cominciare dalla Galleria dell’Anticima. L’accesso superiore si trova a pochi passi dalla stazione di monte della funivia e per la visita occorrono casco e lampada frontale, noleggiabili a Passo Falzarego. Il tunnel, lungo oltre un chilometro con uno sviluppo elicoidale, fu scavato dai soldati italiani per raggiungere dal basso le postazioni austriache dominanti e farle saltare con enormi cariche di esplosivo. L’interno è stato attrezzato con un cavo metallico e gradoni per facilitarne la percorrenza. All’uscita inferiore si raggiunge la Cengia Martini, un’altra incredibile testimonianza bellica: il sito, un corridoio di roccia nel cuore della parete, porta il nome dell’ufficiale degli alpini che riuscì a occuparlo e sono ancora visibili i baraccamenti strappati alla roccia in cui vivevano i soldati in prima linea. Un’altra possibilità, per escursionisti esperti attrezzati con equipaggiamento da ferrata, è il sentiero dei Kaiserjager, che dal passo Falzarego raggiunge la vetta del Lagazuoi ripercorrendo la rotta seguita dagli austriaci per le comunicazioni e i rifornimenti fra il fondovalle e le postazioni più elevate. Una fatica di tre ore che, oggi, aiuta ad allenare il corpo ma soprattutto la memoria.

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