Mercoledì 24 Aprile 2024

Chi ha detto che il gossip è una cosa brutta?

Gran parte dei pettegolezzi non sono maligni e hanno anzi dei lati positivi: favoriscono le connessioni sociali e lo scambio di informazioni

I lati positivi del gossip

I lati positivi del gossip

In generale il gossip è stigmatizzato come un'attività deplorevole (per quanto a modo suo gustosa), dato che talvolta si concentra sullo sparlare alle spalle delle persone. Ma non tutti i pettegolezzi sono maldicenze e non tutti vengono per nuocere: possono favorire le connessioni sociali e aiutarci a imparare attraverso le esperienze degli altri. Secondo un nuovo studio, quindi, c'è molto di più oltre allo stereotipo comune. E meno male, considerando che in media il 14% delle nostre conversazioni quotidiane è classificabile come gossip, perlopiù di tono neutro senza connotazioni maligne. "Il gossip è una complessa forma di comunicazione che viene spesso fraintesa", dice Eshin Jolly della Dartmouth University; "Attraverso lo scambio di informazioni con altre persone, è un modo di costruire relazioni. Implica fiducia e facilita un legame sociale che si rinforza man mano che avvengono ulteriori comunicazioni". La riabilitazione del chiacchiericcio giunge come conseguenza di un esperimento. I ricercatori hanno messo diversi gruppi, composti da sei partecipanti, di fronte a un gioco online creato sulla base di una struttura utilizzata abitualmente in questo tipo di ricerche (i cosiddetti "giochi dei beni pubblici"). In ciascuno dei dieci turni della partita i partecipanti ricevevano dieci dollari a testa e dovevano decidere se tenerseli, oppure se versarli in un fondo collettivo. Moltiplicato per un valore di 1,5, il fondo veniva quindi ridistribuito in parti uguali a tutti i partecipanti. In questo modo, chi adottava un approccio da "scroccone" si ritrovava con un gruzzolo maggiore, a discapito della comunità. Sapere come si stanno comportando gli altri era fondamentale per stabilire mano a mano quale strategia adottare per non finire in perdita. In alcuni casi i partecipanti potevano osservare tutti gli altri membri del gruppo, in altri casi invece solo alcuni, ma in compenso potevano comunicare con un altro partecipante attraverso una chat privata. Le comunicazioni a coppie tendevano così a concentrarsi sull'ottenere informazioni di seconda mano in merito al comportamento dei partecipanti che non si potevano controllare direttamente. Quando invece tutti vedevano tutti, le conversazioni erano perlopiù generiche. Il gossip permetteva così di apprendere dalle esperienze delle altre persone, e inoltre "i partecipanti che avevano comunicato l'uno con l'altro si sentivano più legati alla fine del gioco e condividevano impressioni analoghe sugli altri giocatori del loro gruppo". Secondo i ricercatori non si può liquidare il gossip come semplice chiacchiericcio spazzatura, perché è un modo per creare una realtà condivisa "nella quale amici e colleghi spesso trovano legami comuni, stringono alleanze, scambiano informazioni personali e discutono la condotta degli altri per stabilire un consenso intorno a un comportamento socialmente accettabile".Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology.

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