Mercoledì 24 Aprile 2024

Giovedì grasso 2019, data e storia. Perché si chiama così

Sapevate che 'carnevale' in latino significa 'eliminare la carne'?

Carnevale di Venezia (LaPresse)

Carnevale di Venezia (LaPresse)

Roma, 27 febbraio 2019 - Carnevale 2019 è arrivato. E così anche Giovedì grasso, che quest'anno cade il 28 febbraio. Iniziano le feste, i giochi: i bambini escono il pomeriggio e vagano tra i parchi e le piazze tirando coriandoli e mostrando buffe e divertenti maschere. Anche i più grandi si dilettano con qualche scherzo reciproco, o semplicemente organizzano passeggiate all'aperto, approfittando del sole e del caldo. Una domanda comunque sorge spontanea in tutto questo tempo libero. Forse più di una. Per quale motivo si festeggia giovedì grasso, qual è la sua storia, e soprattutto perché è 'grasso'

FOCUS Tutto quello che c'è da sapere sul Carnevale 2019 

Il motivo per il quale il martedì e il giovedì grasso si chiamano così è da ricercarsi nell'etimologia della parola 'carnevale'. Dal latino carnem+levare, 'carnem' stava a indicare banalmente la carne, come la intendiamo anche noi, mentre 'levare' è traducibile in italiano con 'eliminare'. Messe insieme le due parole, otteniamo un "eliminare la carne". E infatti, il martedì è l'ultimo giorno in cui si può mangiare carne, prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Secondo alcuni, la parola carnevale deriverebbe dal latino carnem+vale: 'vale' era l'equivalente del nostro saluto di congedo, traducibile con "ciao", o anche "addio". Messe insieme le due parole, si ottiene un "ciao carne", o "addio carne". 

LA STORIA DEL GIOVEDI' GRASSO - La storia del giovedì grasso, ultimo giovedì prima dell'inizio della Quaresima, ci riporta a Venezia. Secondo la tradizione in Piazza San Marco si usava festeggiare un'importante vittoria: quella della Serenissima sul patriarca Ulrico, che - così si dice - aveva approfittato della guerra tra Venezia, Ferrara e Padova per attaccare Grado, costringendo il patriarca Enrico Dandolo a fuggire. E così, per celebrare la vittoria si stabilì che ogni giovedì di Carnevale fabbri e macellai avrebbero dovuto mozzare le teste ai tori, come metafora di liberazione dagli ostacoli. Successivamente si iniziò a celebrare questa giornata con giochi e eventi speciali, tra cui l'antecedente del celeberrimo Volo dell'Angelo.   

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