Giovedì 25 Aprile 2024

Fernanda, Allodola d’acciaio La donna che salvò Brera e gli ebrei

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di Beatrice Bertuccioli

Ammirare a 8 anni il Cristo morto di Mantegna, non è da tutti. Ma Fernanda è una bambina speciale e quando il padre la porta a visitare la Pinacoteca di Brera e le mostra il suo quadro preferito, lei osserva e ascolta interessata. Fernanda Wittgens diventerà nel 1940 direttrice di quella importante galleria pubblica, prima donna in Italia a ricoprire questo ruolo. E quando il fascismo emana le leggi razziali e scoppia la guerra, la brillante studiosa non si limita a mettere in salvo le opere d’arte. Dà anche prova di grande umanità e coraggio aiutando molti ebrei a fuggire in Svizzera. Un impegno che le costerà un anno di carcere e per il quale, nel 2014, viene riconosciuta “Giusta fra le Nazioni“. Il film Fernanda ricorda e rende omaggio a questa grande donna, morta nel 1957 a 54 anni. Con la regia di Maurizio Zaccaro e con Matilde Gioli protagonista, andrà in onda in prima serata su Raiuno martedì 31 gennaio.

Il film fonde fatti e personaggi reali ad altri di fantasia perché, spiega Zaccaro "si sa molto di Fernanda Wittgens come studiosa, come direttrice di Brera, come benefattrice di molte famiglie ebree ma nemmeno chi ha scritto libri su di lei sa nulla della sua vita privata". E anche visivamente si fondono realtà e finzione. "Abbiamo girato alcune scene a Brera ma abbiamo anche dovuto ricorrere a effetti speciali complicati e costosi – spiega Zaccaro - per ricostruire la Brera di allora, grigia e non colorata come è oggi, e anche per ricreare la Brera devastata dalle bombe nell’agosto del ‘43".

Per Matilde Gioli, volto noto della tv (Doc), dare vita a Fernanda Wittgens ha comportato un doppio debutto. "È stato impegnativo perché per la prima volta interpretavo una figura realmente esistita e perché, per la prima volta, ero la protagonista assoluta della storia", spiega l’ attrice milanese, 33 anni: "Ho iniziato subito un mio dialogo immaginario con Fernanda, promettendole di rimanere il più possibile aderente alla realtà e di rispettare quello che lei è stata, per quanto avevo potuto apprendere dai materiali a disposizione. Sono state fondamentali le biografie su cui ci siamo basati, soprattutto L’Allodola di Giovanna Ginex, che è stata anche sul set per controllare che fosse corretto il modo in cui raccontavamo Fernanda".

Nel film è Fernanda che suggerisce di mettere dei sacchi di sabbia per proteggere L’ultima cena di Leonardo. Ma i frati del convento dove si trova il celebre affresco, sostengono di essere stati loro a proteggerlo, riferisce Zaccaro. Che conclude: "La storia dice, lei. I frati dicono, noi. Qual è la verità? Noi abbiamo cavalcato l’idea che sia stato merito di Fernanda".

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