Mercoledì 24 Aprile 2024

Due vite, una storia d’amicizia che supera il tempo Per Emanuele Trevi è finalmente Premio Strega

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di Beatrice Bertuccioli

Che stress essere il favorito. Confida Emanuele Trevi, vincitore della 75ª edizione del Premio Strega con il suo Due vite (Neri Pozza), che negli ultimi mesi gli è venuto il Fuoco di Sant’Antonio e ha perso un dente. Come non capirlo, visto il precedente del 2012 quando, giunto alla finale come il più votato della cinquina con Qualcosa di scritto, fu poi battuto da Alessandro Piperno. "Non dire gatto se non l’hai nel sacco", ha detto scaramantico in attesa di conoscere l’esito delle votazioni degli Amici della Domenica. La vittoria stavolta è arrivata, con 187 voti sui 589 espressi (660 gli avebnti diritto). A contendergli la vittoria, Donatella Di Pietrantonio con Borgo Sud (Einaudi) arrivata seconda con 135 voti, ed Edith Bruck con Il pane perduto (La Nave di Teseo), terza con 123 voti. Quarta la più giovane della cinquina, Giulia Caminito, 33 anni, con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani), 78 voti e quinto Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli), 66 voti. Al vincitore dell’anno scorso, Sandro Veronesi, il compito di guidare ieri sera lo spoglio dei voti, nel tradizionale e magnifico Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, durante la cerimonia trasmessa in diretta da Raitre e condotta da Geppi Cucciari, come sempre brillante e spiritosa.

Trevi la tensione della finale l’aveva già vissuta nove anni fa per Qualcosa di scritto, incentrato su Pasolini e Laura Betti. Anche in Due vite rievoca due figure reali, Rocco Carbone e Pia Pera, due autori prematuramente scomparsi e ai quali lo legava una profonda amicizia. Ora è al lavoro, insieme a Emmanuel Carrère, su un Meridiano su Philip K. Dick.

Tre donne, dunque, quest’anno, su 5 finalisti, mentre l’anno scorso c’era soltanto Valeria Parrella. "Il Premio registra i cambiamenti che avvengono nella società", afferma Giulia Caminito che ha condotto un’indagine sulla presenza delle donne allo Strega dal ’47 a oggi. "Presenze ondeggianti – precisa - ma con un deciso incremento dagli anni ’70 e poi soprattutto dai ’90".

Molto diverse, per generazione e temi, le tre scrittrici 2021. Edith Bruck, 90 anni, con Il pane perduto, già vincitrice dello Strega Giovani, e omaggiata dal Papa, rievoca la sua terribile esperienza di sopravvissuta ai campi di sterminio. La scrittrice di origine ungherese, anche finalista al Premio Viareggio (mentre Bajani e Caminito sono tra i finalisti del Campiello), sente forte il dovere di continuare a testimoniare la sua esperienza soprattutto tra i giovani. Donatella di Pietrantonio, abruzzese di Penne, dentista pediatrica, già vincitrice del Campiello nel 2017 con L’Arminuta, in Borgo Sud racconta una storia familiare, il rapporto intenso e complesso tra due sorelle, e sullo sfondo l’Abruzzo, la terra dell’infanzia a cui fare ritorno per trovare soluzioni e risposte. Quello a cui allude il titolo, L’acqua del lago non è mai dolce, è il lago di Bracciano, dove Giulia Caminito ambienta il suo romanzo, storia di sogni e inquietudini adolescenziali, vincitrice dello Strega Off, mentre Bajani con Il libro delle case racconta la vita di un uomo attraverso le case che ha abitato.

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