Venerdì 19 Aprile 2024

Cruz impeccabile Fraser in odore di Leone (e Oscar)

Andrea

Martini

Diventa ciò che sei. Questo invito, che in termini di “genere” non è sempre facilmente attuabile, diviene proibitivo se retrodato agli anni Settanta romani, borghesi e bigotti. Adriana, dodicenne, prima di tre fratelli, vuol essere Andrea: non facile in una famiglia in cui si guarda alla buona creanza, alla religione e si sta uniti solo per forma. Il padre, despota, esercita a prescindere il diritto coniugale, mette incinta la segretaria e prevede un trattamento sanitario per la moglie al primo accenno di ribellione. Fortunatamente a comprendere, difendere e preservare l’equilibrio di AdrianaAndrea vi è la complicità e l’immenso amore della madre – Penélope Cruz, impeccabile – in grado di rendere meno traumatico il difficile passaggio. In L’immensità Emanuele Crialese mette in scena, seppur velata, la propria adolescenza. Tatto e sensibilità sono spontanei, garantiti dal difficile recupero della memoria personale. A qualcuno dispiacerà l’assenza della progressione drammatica e della catarsi ma è proprio nella pur difficile quotidianità che si può diventare ciò che si è.

Drammi sepolti che riemergono e affetti inespressi che urgono. Questa la materia della pièce del giovane Samuel Hunter, The Whale, da cui Darren Aronofsky ha tratto un dramma volutamente claustrofobico e disturbante. Immobilizzato da una stazza di oltre 250 chili e sul punto di morire, “La balena” cerca di riconciliarsi con la figlia ribelle che molti anni prima abbandonò per inseguire un amore omosessuale.

Brendan Fraser tiene sulle spalle con abilità e maestria l’ingombrante ruolo, candidandosi al premio veneziano e forse anche all’Oscar della prossima primavera.

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