Mercoledì 24 Aprile 2024

Benedict Cumberbatch: «Il mio Doctor Strange e l'importanza di perdere il controllo»

Tra la Marvel e l'Italia, il Multiverso e Jane Campion: l'attore si racconta a Hot Corn

Benedict Cumberbatch alla prima del film

Benedict Cumberbatch alla prima del film

di DAMIANO PANATTONI - «Un grande abbraccio all'Italia!». Se non fossimo su Zoom persi dentro un'incredibile domenica notte, ricambieremmo materialmente l'abbraccio a Benedict Cumberbatch che si è appena collegato da Los Angeles con Hot Corn per raccontare com'è stato tornare nel mondo Marvel nel ruolo del dottor Stephen Strange in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, appena arrivato al cinema. Come già anticipato da Spider-Man: No Way Home il Multiverso è ormai tra noi e per Cumberbatch è stato emozionante ritrovarsi ad esplorare gli aspetti più nascosti di un personaggio molto amato. «Però credo che l'idea narrativa del Multiverso non sia solo cinema, anzi, sia molto simile alla vita», riflette l'attore inglese, chiuso nella sua T-shirt azzurra abbinata ad un'insolita camicia blu. «In fondo anche nella vita giochiamo ruoli multipli, no? Abbiamo un incredibile spazio immaginativo nel nostro subconscio per immaginarci in diverse circostanze. Strange incontra altre versioni che sono essenzialmente lui, ma hanno fatto scelte diverse in circostanze diverse con esiti diversi. È una forma di autoterapia. Strana e spettacolare». Il film è il 28° film del Marvel Cinematic Universe e vede Strange scontrarsi con un avversario che lo porterà attraverso sconvolgenti realtà alternative.Nel film vediamo Strange rendersi conto di quanto sia impossibile e dannoso controllare tutto. È una lezione importante, no?«Molto, molto importante. Lo abbiamo visto passare da chirurgo a stregone, ma non ha ancora affrontato il tipo di motivazione che si muove dentro di lui. Stephen Strange ha molte certezze che lo spingono al controllo. Nel film lo mostriamo attraverso alcuni dettagli della sua vita, prima ancora di essere un chirurgo. Credo che, per quanto fondata sia la motivazione, voler sempre controllare tutto può essere molto dannoso».Quindi Strange è diventato umile?«Ha capito che insieme siamo più forti. Per lui è un momento di umiltà, sicuramente, ed è un grande passo avanti per un personaggio che si adatta e impara costantemente. Nonostante sia un anticonformista da sempre, non va dimenticato...».Ma se Strange le potesse dare un nuovo superpotere quale sceglierebbe?«Trasformare la rabbia, l'odio e l'incomprensione in empatia, comprensione e amore. Sarebbe meraviglioso. Pensate se questo potere lo avessero i diplomatici oppure chiunque si muova in ambito politico. Abbiamo bisogno di questo, oggi. Perché ci troviamo davanti a problemi enormi in un momento storico difficile. Quindi, sì, questo sarebbe il superpotere che vorrei».Ha girato molti film parallelamente alla carriera nella Marvel, cominciata nel 2016. Possiamo dire che Strange definisce la sua carriera?«Diciamo che è un ruolo che mi ha dato la possibilità di finanziare e sostenere storie più piccole, giuste e particolari, che altrimenti non avrei potuto mai girare, né come produttore né come attore. Sono molto grato di questa opportunità alla Marvel, per non parlare di quanto è gratificante interpretare un personaggio tanto complesso...».Cos'è Strange per Benedict Cumberbatch?«Una parte del mio viaggio, è indiscutiblmente una parte enorme del mio viaggio. Ma la mia sfida però con un film come Doctor Strange nel Multiverso della Follia è anche azzardare, cambiare, provare cose diverse. Amo essere il vostro Strange, amo giocare e fingere con questo personaggio, cercando di creare autenticità dal nulla...».Il suo Stephen Strange è molto amato e seguito anche qui in Italia...«Beh, se ci pensate bene, Strange è un uomo sempre molto curato e ben vestito, elegante sia nel suocostume da eroe che nell'abbigliamento civile. Ecco perché: credo che il senso italiano per la moda lo avvicini a voi (ride, nda)! A parte le battute, credo che la chiave del successo del personaggio risieda proprio nella sua umanità. È un uomo molto divertente, a volte irriverente e sarcastico, e il suo umorismo è davvero notevole...».Candidato all'Oscar per Il potere del cane e campione di incassi per la Marvel con Doctor Strange. Che effetto fa?«Sono sincero: mi piace avvicinare persone distanti, anche diverse. I fan del Marvel Cinematic Universe quando mi incontrano mi dicono quanto mi abbiano amato nel film di Jane Campion e questo credo sia un meraviglioso spettro culturale. Ed è la prova che nella mia carriera c'è spazio per tutto. Non serve escludere. Gli incassi di Spider-Man fanno tornare la gente al cinema a vedere Il potere del cane ? Fantastico! Il fatto che io possa essere entrambe le cose e che i fan apprezzino entrambi i livelli di lavoro è un enorme complimento. E mi riempie di gioia».

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