di Riccardo Jannello
I misteri di Gabo, fra spy story e telenovela amorosa con tanto di figlia segreta. Non c’è pace per l’autore di “Cent’anni di solitudine“. Gabriel Garcia Marquez è nato in Colombia, ad Aracataca (la Macondo del suo capolavoro), il 6 marzo 1927 ed è morto a Città del Messico il 17 aprile 2014; le sue ceneri sono tornate nel paese d’origine, ma nell’amata città di Cartagena, e presto si uniranno a quelle della moglie Marcedes Barcha deceduta nel 2020. Nell’82 fu insignito del Nobel per la Letteratura. Le sue simpatie comuniste erano conosciute ed evidenti: i viaggi a Mosca, i collegamenti con i compagni italiani e francesi, l’amicizia con Fidel Castro a cui lasciò i primi diritti di “Cronaca di una morte annunciata“.
Ora viene confermato che dagli anni Sessanta lo scrittore veniva seguito dai servizi segreti messicani, paese dove viveva e di cui aveva preso la cittadinanza. L’intelligence riteneva Gabo non solo un militante potenzialmente sovversivo, ma addirittura "un agente della propaganda sovietica e cubana". Il Centro de Investigacion y Siguridad Nacional redasse – secondo un’inchiesta del Pais che ha avuto accesso agli archivi degli 007 - centinaia di rapporti sulle comunicazioni fra Marquez e Mosca e L’Avana, a partire dal viaggio nella Isla Grande del 1959, uno dei primi intellettuali a fare visita a Fidel appena finita la rivoluzione. L’impegno degli agenti del Cisen sarebbe stato "consigliato" dalla Cia: anche gli Usa guardavano con sospetto al realismo magico in salsa rossa. Ma è anche la vita privata di Garcia Marquez ad essere stata vivisezionata dopo la morte. E così le voci su una relazione molto importante e una figlia avuta agli inizi degli anni Novanta con una scrittrice messicana, Susana Cato, sono state analizzate e alla fine sono risultate vere. Gabo ha più volte lavorato con Susana: assieme hanno realizzato la sceneggiatura del film “Non giochi con l’amore“ (1991), diretto da Carlos e José Luis García Agraz e Tomás Gutiérrez Alea, e quella del cortometraggio “Lo specchio di due lune“. La conoscenza fu galeotta: lei aveva 31 anni, proprio quanti ne ha ora Indira, nata dal rapporto fra i due e "orgogliosa di portare il cognome della madre". Un sito colombiano svela la storia trovando la conferma degli amici dello scrittore, che sono riusciti a tenere segreta la cosa fino alla morte di Mercedes, la quale mai un momento ha abbandonato il marito e che si vocifera sapesse almeno del tradimento, non del suo frutto, che invece non è stata una sorpresa per Rodrigo, il figlio regista di Gabo, che "aveva intuito qualcosa". Il fratello Gonzalo, invece, ne era all’oscuro.
Secondo il racconto di Dasso Saldivar, amico e biografo di Marquez, lo scrittore era preso da questa bimba nata fuori dal matrimonio. Lui stesso ha visto una foto nella quale Indira è in braccio al papà. "Una foto bellissima", dice: "Il sorriso di felicità che Gabo ha con la sua bambina sulle gambe non lo dimenticherò". I pochi che sapevano la verità, a partire dal padre e dalla madre, non hanno mai svelato questi fatti; Susana, fra l’altro, ha intervistato il premio Nobel nel 1996 per la rivista “Cambio“. Il titolo di quel reportage è strano: "In Colombia, lo scrittore non ha altra scelta che cambiare professione". Sul nome della figlia, le voci raccolte dagli amici dello scrittore sono univoche: Marquez rimase colpito dall’incontro con Indira Gandhi del 1984, pochi mesi prima che la premier indiana venisse assassinata dalle sue guardie del corpo sikh. "Una donna di forza e passione", disse di lei. E anche Indira Cato viene raccontata come una ragazza di forte personalità. Produttrice cinematografica, sceneggiatrice, si è già imposta in diversi festival con i suoi lavori e non ha mai voluto commentare la figura del padre. Una volta, durante un’intervista a metà anni Novanta chiesero a Gabo che nome avrebbe dato se avesse avuto una figlia dopo i due maschi. Con un po’ di titubanza, lo scrittore rispose: "Virginia, in onore alla Woolf". Accanto aveva Mercedes e non poteva sbilanciarsi troppo perché il suo nome preferito lo aveva già speso fuori dalle nozze. "Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello", scriveva Marquez in “L’amore ai tempi del colera“ (1985) uno dei suoi capolavori.
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