Mercoledì 24 Aprile 2024

Arisa: "Canto il sogno dei tifosi, mi sento come Shakira"

Gli Autogol hanno scelto lei per il loro “Coro Azzurro”, diventato un tormentone grazie alla gag del commissario tecnico Mancini

Una bella immagine di Arisa

Una bella immagine di Arisa

Abbiamo il tormentone. Parola del mister. La gag del ct Mancini continua ad accompagnare in tv quel Coro azzurro con cui Gli Autogol e DJ Matrix ritentano il colpaccio messo a segno quattro anni fa grazie a Baila como El Papu, spedita in classifica (e al disco di platino) con la complicità dell’atalantino Alejardo Gómez. Ma stavolta, assieme a quello del ’Mancio’, trovano il supporto pure di Luca Toni, di Ludwig, e, soprattutto, di Arisa.

Tutto, naturalmente, che l’avventura europea di Chiellini & Co. prosegua ancora a lungo.

Arisa, perché ha detto sì a Coro azurro?

"Mi piace l’estetica allegra e corale della canzone, semplice all’apparenza, ma in realtà molto lavorata e potente. Un po’ come quella Waka Waka cantata da Shakira al Mondiale 2010. E poi per me la squadra è una metafora. Oltre che un inno agli azzurri, l’intendo come un inno degli italiani perché è c’èmolta verità nel fatto che, se siamo uniti, il mondo ci vedrà come una squadra che non ha paura".

Alla fine del video, però, Mancini dice che sarebbe stato meglio farla cantare ai Backstreet Boys…

"Il ct è molto simpatico. E la cosa divertente è che fa battute rimanendo serio. Prima dell’inizio dell’avventura europea ci siamo ritrovati tutti con Amadeus su Raiuno nello spettacolo Notte azzurra ed è stata una sorpresa scoprire il lato privato del campione".

Potendo duettare con un azzurro chi vorrebbe?

"Penso proprio con Mancini, che potrebbe sorprendere sul repertorio anni ’60: un classico tipo ‘Una rotonda sul mare".

Ha portato al debutto in quel di Bergamo il suo Ortica Special Tour. Com’è andata?

"Abbastanza bene. Sono curiosa di vedere la reazione della gente ad un live elettronico come questo. Ho voglia di scovare canzoni energiche, fisiche, per non farmi trovare impreparata quando il mondo riaprirà e vorrà festeggiare. Mi esalta, infatti, l’idea che quando la gente viene a vedermi possa tirare fuori tutto quel che ha dentro".

Ortica rifletteva sulle sue traversie sentimentali ("Trattata come fossi un’ortica. E po non t’aggio visto cchiù"). Il 9 luglio esce Psyco: qualche riferimento al privato?

"Effettivamente fra i due brani un legame c’è. Nella vita accade, infatti, di avere una relazione in cui dai tutto e poi capisci che è stato vano perché quella persona se n’è andata via lo stesso. Psycho parla del momento in cui uno non crede più all’amore e mette un tappo al cuore, frenando i sentimenti per vivere la vita come viene. È successo pure a me".

Quanto è durata la delusione?

"Lì per lì mi sono giurata che non ci sarei più caduta. E invece. Ho capito di non avere più l’età per essere cinica; così, ogni volta che capita, mi ributto nell’amore sperando che sia quello giusto e che duri per sempre".

E dove sta il lato "psicopatico" evocato dal titolo?

"Non si riferisce tanto alla psicosi, ma a come viene spesso giudicata una persona anticonformista all’interno della società. Se sei fuori dagli schemi, dalla morale convenzionale, ti bollano subito come ‘matto’, come uno che non ci sta dentro. Ma non è assolutamente vero".

Quanto si sente nella categoria?

"Una parte di me è probabilmente ‘psycho’, ma è proprio quella che mi dà coraggio e quel po’ d’incoscienza necessaria a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Anche se penso che in una persona la ‘follia’ debba essere governata e riequilibrata dal suo opposto, ovvero razionalità e mestiere".

Cos’ha in agenda?

"In autunno arriverà il nuovo album, a cui spero di far seguire un grande tour. Tutto dipende, però, da quel che farà il signor Covid".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro