Roma, 22 novembre 2021 - Da venerdì scorso per le vie di Ortona si aggirano soldati con le armi sotto braccio e le divise della seconda guerra mondiale. Sono i protagonisti del docufilm, girato dalla troupe televisiva della Bravery In Arms (BIA) diretta dal regista Roger Chabot, che racconta in maniera innovativa i principali episodi della battaglia combattuta nella cittadina abruzzese nel dicembre del 1943 e passata alla storia con il nome "La piccola Stalingrado", come l'ha soprannominata lo statista inglese Churchill.
Un viaggio nella storia per le nuove generazioni e un ricordo del sacrificio di quei ragazzi, tra i quali alcuni minorenni, venuti da oltreoceano per liberare il popolo italiano dall'invasore nazista. Ben 1.375 canadesi riposano nel cimitero intitolato al fiume Moro sulla collina di S. Donato e oltre 800 tedeschi e 1.300 vittime civili furono coinvolti dall'orrore di quei giorni.
La sceneggiatura del documentario è stata scritta insieme all'ortonese Angela Arnone, da 27 anni rappresentante ufficiale dei veterani combattenti canadesi di Ortona, che ha accompagnato la troupe sui principali luoghi della battaglia, dal fiume Moro, a casa Berardi, dal Cider Cross alle vie del quartiere medievale Torrevecchia di Ortona.
Il veterano e regista Roger Chabot ha servito nel Princess Patricia Canadian Light Infarti e nel Royal 22 Regiment, protagonista della liberazione di casa Berardi ad opera della compagnia del Capitano Triquet che gli valse la Victoria Cross, la più alta onorificenza militare concessa dalla Regina d'Inghilterra.
E ora sta raccontando con una serie di documentari la storia militare canadese: attualmente sta lavorando a una serie intitolata "D-Day Dodgers", che sarà probabilmente trasmessa il prossimo anno in occasione dell'80° anniversario della Campagna d'Italia. Gli episodi partono dallo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 e seguono i passi dell'esercito canadese fino alla Linea Gotica, con soste che includono Campobasso, Ortona, Castel di Sangro e Cassino. Il regista e i suoi collaboratori, prima del ritorno in patria, saranno ricevuti da Papa Francesco.
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