Mercoledì 24 Aprile 2024

Algoritmo tragico

In sala per tre giorni, la commedia amara sulla schiavitù del lavoro imposta dalla tecnologia

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Un algoritmo ci rovinerà la vita per sempre? "Già lo sta facendo, siamo tracciati passo passo, i nostri gusti, le preferenze di qualunque cosa ma quel che è peggio è sul lavoro, la tecnologia che tanto doveva aiutarci e migliorare le nostre vite, è una dittatura che dà il timing per ogni cosa, indirizza strade e persino quando fare le pause come accade per i rider", ha detto ieri Pif presentando alla Festa del Cinema di Roma E noi come stronzi rimanemmo a guardare, in sala per tre giorni 25, 26, 27 ottobre, un film Sky Original prodotto da Wildside, Vision Distribution e I Diavoli.

Il titolo è già un manifesto, "si, anche se il tono è lieve e di commedia, con Fabio De Luigi protagonista con Ilenia Pastorelli e me stesso e Eamon Farren nel cast, il messaggio è politico", sottolinea il regista Pierfrancesco Diliberto. "È sbagliato il nostro atteggiamento attendista, di aspettare una qualche reazione su quella che sempre di più si sta trasformando in una tecno-schiavitù ma se sulla privacy credo ci sia ben poco da fare essendocela venduta per tre tazzine nelle tessere punti dei supermercati che furono antesignani di questi adulazioni, sugli algoritmi che ci impongono ritmi di lavoro penso che si debba fare qualcosa, svegliarci e far capire ai governi, alle istituzioni che oltre un limite non si può andare", ha detto Pif.

Questa la storia: Arturo Giammarasi (De Luigi) è un manager che diventa superfluo nella sua azienda per vittima dello stesso algoritmo che ha ideato per ottimizzare i tempi di lavoro. Perde così in un solo colpo fidanzata (Valeria Solarino), posto e amici. Si adatterà a lavorare come rider in una multinazionale, per consegnare pizze in bicicletta, governato da una tecnologia che gli detta ogni cosa. Unica consolazione è Stella, un ologramma nato da una app sviluppata dalla stessa multinazionale: app alla quale però non può permettersi di rinnovare l’abbonamento. E il dramma peggiora...

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