Vini di Sicilia, brindisi Doc: eccellenza e identità si sposano nel calice
Grillo e Nero d’Avola trascinano un territorio di lunga tradizione e dal grande potenziale, quest’anno Regione europea della Gastronomia. Il direttore del Consorzio di Tutela, Camillo Pugliesi: “Valorizziamo un prodotto unico”

Paesaggio vinicolo siciliano. Nel riquadro, il direttore del Consorzio di tutela, Camillo Pugliesi
Tra le regioni vitivinicole italiane, la Sicilia ricopre senza dubbio un ruolo di primo piano. Per i numeri, con i 118mila ettari vitati che la collocano al primo posto a livello nazionale, ma anche per la qualità, grazie anche alla recente ascesa di alcuni territori che fino a poco tempo fa non avevano ancora sviluppato tutto il loro potenziale. A fare da ’garante’ alla produzione vinicola regionale nel suo complesso è il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, diretto da Camillo Pugliesi.
Direttore, qual è il compito del Consorzio in un territorio dalle molteplici sfaccettature?
“Il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia è stato fondato nel 2012, subito dopo che nel 2011 la Denominazione di origine controllata Sicilia è stata ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura. La missione principale è quella di tutelare la qualità dei nostri vini, promuovere l’immagine e il posizionamento dei prodotti siciliani sia in Italia che all’estero, e garantire che ogni fase di produzione rispetti il disciplinare di qualità”.
Una fotografia della produzione vinicola siciliana?
“Oggi la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie agricola dedicata alla produzione biologica e detiene anche il primato mondiale nella produzione di vino biologico. Il nostro approccio sostenibile alla viticoltura e l’impegno delle nuove generazioni di viticoltori ci permettono di produrre vini freschi, puliti e di alta qualità, in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori globali. Con oltre 22.500 ettari di vigneti e più di 7.200 viticoltori attivi, il Consorzio continua a essere un punto di riferimento per la viticoltura siciliana, portando il nostro vino a nuove vette di eccellenza”.
Quest’anno la Sicilia è Regione europea della Gastronomia: quali gli impegni e le opportunità per il Consorzio?
“Questa nomina è un riconoscimento straordinario per la nostra terra. È un onore e un’opportunità unica per rafforzare il nostro ruolo come destinazione enogastronomica d’eccellenza. Come Consorzio Doc Sicilia, siamo stati tra i firmatari del protocollo che ha accompagnato la candidatura e ci sentiamo davvero parte di un progetto che mette in luce l’unicità delle nostre produzioni. Il nostro lavoro quotidiano è volto proprio a preservare e promuovere il vino come ambasciatore del territorio siciliano e questa nomina ci dà ancora più visibilità internazionale”.
Tra i vini della regione il Grillo e il Nero d’Avola sono senza dubbio i più rappresentativi: a cosa è dovuto questo successo e quali prospettive per questi due vitigni?
“Il Grillo e il Nero d’Avola sono sicuramente i due vitigni simbolo della nostra regione. Il segreto del loro successo sta nella combinazione di tradizione e innovazione: il Grillo, ad esempio, è in continua crescita e si sta consolidando come leader tra i vini bianchi italiani, grazie alle sue caratteristiche uniche che lo rendono perfetto per il mercato internazionale. Il Nero d’Avola è il nostro vino rosso per eccellenza, apprezzato per la sua robustezza e il suo carattere. Entrambi i vitigni raccontano la Sicilia più autentica, ma al tempo stesso sono in grado di evolversi per rispondere alle sfide dei mercati globali”.
Ci sono però molti altri vitigni tipici del territorio, come ad esempio il Catarratto Lucido sul quale avete avviato un progetto specifici: ce ne parli…
"Il progetto Vista Lucido rappresenta un tassello strategico nell’ambito delle azioni promosse dal Consorzio Doc Sicilia per un’evoluzione sostenibile e identitaria del comparto vitivinicolo siciliano. L’iniziativa nasce con l’intento di incrementare la quota di vino sostenibile di alta qualità, attraverso la valorizzazione delle cultivar autoctone, in primis il Lucido, varietà fortemente radicata nella nostra tradizione agricola.A partire da questa premessa, il progetto si articola in una serie di obiettivi specifici che rispondono alle sfide contemporanee poste dai cambiamenti climatici e dalla necessità di preservare gli ecosistemi produttivi. Tra essi, rivestono particolare rilievo il monitoraggio puntuale della cinetica di maturazione dell’uva, l’incremento della biodiversità nei vigneti, la riduzione dei consumi idrici e delle emissioni di Co2 sia in campo che in cantin”a.