Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli oligarchi russi spengono i super yacht. Ecco come aggirano i sequestri

Disattivano il sistema di bordo che evidenzia la posizione dell’imbarcazione. Ipotesi confisca al vaglio della Ue

L’Ocean Victory dell’oligarca Rashnikov misura 140 metri e da mesi è 'invisibile'

L’Ocean Victory dell’oligarca Rashnikov misura 140 metri e da mesi è 'invisibile'

Roma, 30 maggio 2022 - È guerra agli oligarchi russi, una guerra che con il nuovo pacchetto di sanzioni potrebbe andare oltre il sequestro e giungere fino alla confisca dei beni. I miliardari russi temono da mesi per le loro ville, le loro aziende, i loro lussosi yacht, 13 dei quali sono già stati sequestrati in vari paesi. Già da fine febbraio è battaglia navale tra gli oligarchi e l’Occidente, con i super ricchi amici di Putin impegnati a cercare di salvare i loro megayacht dalle sanzioni. Il primo tentativo degli oligarchi – in alcuni casi riuscito – è stato mettere in salvo gli yacht in paesi che non applicano sanzioni. Adesso per sfuggire alla caccia nei loro confronti, alcuni di loro hanno anche dato ordine di spengere il sistema di identificazione automatica (Ais) di bordo, che permette di conoscere l’esatta posizione di ogni imbarcazione.

Secondo una inchiesta del settimanale britannico Observer , sono almeno sei gli yacht che hanno usato questo stratagemma. Tra questi ’l’Alfa Nero’ , 82 metri, legato al ’re dei fertilizzanti’ Andrey Guriyev, scomparso dal 3 marzo a StMarteen, ai Caraibi, e rivisto la scorsa settimane all’ancora nell’isola di Antigua, sempre ai Caraibi ma non più sotto giurisdizione olandese/francese (e rischio sequestro) come St Marteen. E poi c’è il ’Clio’, 72 metri, legato al magnate dell’alluminio Oleg Deripaska, che ha navigato a trasmettitore Ais spento per ben 7.374 miglia nautiche, dalle Seychelles alla Turchia, via Suez, ed è ricomparso il 18 aprile nelle acque di Sochi, in Russia. Terzo caso quello del ’Galactica Supernova’, 70 metri, legato al’oligarca Vagit Alekperov, già presidente di Lukoil, che è ’scomparso’ dai monitor il 2 marzo quando si trovava in Montenegro e ora è presumibilmente tornato in Russia. Quarto caso quello del maestoso ’Ocean Victory’ (140 metri) ritenuto dell’oligarca Victor Rashnikiv, la cui ultima trasmissione Ais è stata dalle Maldive il primo di marzo, location dove si ritiene sia tuttora. Gli altre due yacht con Ais disattivato sono dati alle Maldive: il ’My Sky’ riferito a Igor Kesaev, ’spento’ dal 30 marzo e uno yacht dell’oligarca Andrey Melnichenko.

Molti altri panfili hanno l’Ais acceso ma sono in posti considerati sicuri. Il ’Nirvana’ attribuito a Vladimir Potanin a Dubai, ad esempio, o due yacht di Roman Abramovich, l’ex patron del Chelsea. Sono l’’Eclipse’ (162 metri e 13 mila tonnellate di stazza, valore 1.2 miliardi di dollari) fatto rifugiare a Marmaris, in Turchia e il ’My Solaris’ (139 metri per 11 mila tonnellate) riparato a Bodrum, sempre in Turchia. Sulla strada di casa il ’Pacific’ dell’oligarca Leonid Michelson, che dalla costa pacifica del Costarica è passato dal canale di Panama e poi dall’8 maggio, al largo delle Bahamas, ha chiuso l’AIS ed è stato visto qualche giorno fa al largo delle Canarie con rotta Port Said in Egitto e da qui la Turchia.

Già in salvo in Russia l’’Universe’, lo yacht legato all’ex presidente russo Dmitri Medvedev. Il 2 marzo era a Imperia ma ha mosso verso Istanbul dove è stato visto il 28 marzo per giungere il 2 aprile a Sochi. A casa. Fuga lunghissima ma fallita invece per l’’Amadea’, che farebbe riferimento a Suleiman Kerimiov e che ha lasciato St Marteen ai Caraibi maggio puntando verso est. Panama e o poi le isole Figi. Scelta errata perchè lì, dopo una fuga di 8.358 miglia marine durata 18 giorni, è stato sequestrato dalle autorità. Game over.