Mercoledì 24 Aprile 2024

Il World wide web compie 30 anni. Ma Internet per tutti è un miraggio

Il 'papà' del Www, Tim Berners-Lee, propone un 'contratto per il web'. I contenuti? il web per tutti, più privacy e sicurezza per gli utenti e società meno guidate dai profitti

Anche Google festeggia con un doodle i 30 anni del World Wide Web

Anche Google festeggia con un doodle i 30 anni del World Wide Web

Roma 12 marzo 2019  Oggi quella che chiamiamo comunemente 'la Rete' compie 30 anni. Non è facile raccontare ai giovani come si stava prima che il mondo fosse tutto 'connesso', prima che - il 12 marzo 1989 - fosse fondato il World Wide Web. A festeggiare il compleanno tondo è  Tim Berners-Lee,  l'informatico britannico che, insieme a Robert Cailliau gettò al Cern le basi del Www.

In un messaggio, Lee oggi propone un 'Contratto per il web' a cui "stanno contribuendo governi, aziende e i cittadini", che darà risultati "entro la fine dell'anno". Pochi i punti: il web per tutti, più privacy e sicurezza per gli utenti e società meno guidate dai profitti.

"Abbiamo la responsabilità di assicurarci che il web sia riconosciuto come un diritto umano e costruito per il bene pubblico - spiega Lee - Il web è diventato una piazza, una biblioteca, uno studio medico, un negozio, una scuola, un ufficio, un cinema, una banca e molto altro", ma "il divario tra chi è online e chi è offline aumenta. Oggi la metà del mondo è online. È più che mai urgente assicurare che l'altra metà non sia lasciata indietro e che ognuno contribuisca a una rete che promuova uguaglianza, opportunità e creatività. È il nostro viaggio dall'adolescenza digitale a un futuro più maturo e inclusivo. Il web è per tutti,abbiamo il potere di cambiarlo".

Tim Berners-Lee, 'papà' del World wide web (Ansa)
Tim Berners-Lee, 'papà' del World wide web (Ansa)

Nel suo messaggio Tim Berners Lee tocca i temi più sensibili riguardo Internet e gli usi impropri come gli attacchi hacker, il profitto che sacrifica gli interessi degli utenti e la qualità del discorso online a volte caratterizzato da un linguaggio d'odio. "Sarebbe disfattista pensare che il web che conosciamo non possa essere cambiato in meglio nei prossimi 30 anni. Se rinunciamo a costruire un web migliore ora non sarà il web ad averci deluso ma noi ad aver fallito", sottolinea. 

L'informatico britannico, insignito nel 2016 del premio Turing, è il direttore del Consorzio del World Wide Web, con il quale continua a guardare allo sviluppo della Rete.  A novembre, al Web Summit di Lisbona ha lanciato l'iniziativa un 'Contratto per il web', mettendo insieme un gruppo di persone "che sono d'accordo sul fatto che sia necessario stabilire norme, leggi e standard chiari che sostengono la rete. I governi, le aziende e i cittadini stanno contribuendo e puntiamo ad avere un risultato entro la fine dell'anno". "I governi devono trasferire leggi e regolamenti nell'era digitale, garantire che i mercati rimangano competitivi, innovativi e aperti. E hanno la responsabilità di proteggere i diritti e le libertà delle persone online", spiega Tim Berners Lee. "Le aziende - continua - devono fare di più per garantire che la ricerca del profitto a breve termine non vada a scapito dei diritti umani, della democrazia, dei fatti scientifici o della sicurezza pubblica. Piattaforme e prodotti devono essere progettati tenendo presenti la privacy, la diversità e la sicurezza".  Il messaggio si conclude così: "Il web è per tutti e abbiamo il potere di cambiarlo. Non sarà facile. Ma se sogniamo un po' e lavoriamo molto, possiamo ottenere il web che vogliamo".