Venerdì 26 Aprile 2024

Bielorussia, telefonata fra Putin e Lukashenko. "Fiduciosi in rapida risoluzione"

Intanto si moltiplicano le testimonianze di vere e proprie torture nelle carceri. Racconti e immagini parlano di echimosi e lesioni diffuse su tutto il corpo

Bielorussia, il 'funerale nazionale' per il manifestante morto (Ansa)

Bielorussia, il 'funerale nazionale' per il manifestante morto (Ansa)

Minsk, 15 agosto 2020 - Il Cremlino è "fiducioso" che in Bielorussia si trovi una rapida soluzione alla crisi. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel colloquio telefonico con il leader bielorusso Alexander Lukashenko che aveva annunciato di voler contattare il leader russo. "Le due parti hanno espresso la loro fiducia in una risoluzione rapida dei problemi in atto" in Bielorussia, ha indicato la presidenza russa dopo il colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Aleksander Lukashenko.

"I presidenti hanno parlato della situazione in corso all'interno e all'esterno dei confini della Bielorussia", ha riportato l'agenzia BelTa poco dopo aver riferito della richiesta del leader bielorusso di parlare con il presidente russo a seguito di giorni di proteste in Bielorussia, esplose dopo le contestate elezioni presidenziali. Lukashenko ha informato Putin sulla situazione nel Paese e aggiunge: "Questi problemi non dovrebbero essere sfruttati da forze distruttive che cercano di danneggiate la cooperazione vantaggiosa per entrambi tra i due Paesi".

Lukashenko ha respinto le offerte di mediazione giunte in questi giorni da alcuni Paesi esteri nell'intento di risolvere la grave crisi aperta dopo le elezioni presidenziali che lo hanno riconfermato tra forti sospetti di brogli. "Non cederemo il Paese a nessuno", ha detto Lukashenko in una riunione al ministero della Difesa secondo l'agenzia di Stato Belta. "Non abbiamo bisogno di alcun governo straniero, nè di intermediari", ha aggiunto. 

Violenze e "torture"

E mentre Lukashenko, invita la polizia a usare meno violenza sui manifestanti, dopo sei giorni di dura repressione delle proteste di piazza contro la sua rielezione, numerose persone arrestate risultano ancora irrintracciabili dai loro familiari e si moltiplicano le testimonianze di vere e proprie torture nelle carceri. La situazione è così drammatica che il sito indipendente di informazione Tut.by ha lanciato un progetto per raccogliere informazioni sui 'desaparecidos' delle proteste bielorusse. "Un elenco, con breve descrizione e foto, delle persone scomparse e il cui destino è ancora sconosciuto", si legge sul sito, che inviata chiunque abbia informazioni a contattare uno specifico numero di telefono e dà la possibilità a chi "sta cercando un parente o una persona vicina scomparsa" di aggiungere il suo nome al triste elenco.

Regna l'incertezza anche sul numero dei manifestanti ricoverati in seguito ai violenti scontri con le forze di sicurezza, nelle strade di Minsk e in altre città del Paese. Sia siti indipendenti bielorussi che media internazionali hanno parlato con le vittime della repressione nelle piazze, ma anche con chi è stato arrestato e rilasciato. Racconti e immagini parlano di echimosi e lesioni diffuse su tutto il corpo e torture psicologiche, Amnesty International ha denunciato che i centri di detenzione sono diventati "camere di tortura".

Minsk. omaggio al manifestante morto

Oggi migliaia di manifestanti si sono radunati a Minsk, vicino alla stazione della metro 'Pushinskaya' per rendere omaggio ad Aleksandr Turaikovsky, morto lunedì - probabilmente per mano delle forze di sicurezza - durante le proteste. Continuano così, per il settimo giorno consecutivo, le contestazioni dei risultati delle elezioni del 9 agosto. Nella commemorazione di Turaikovsky i partecipanti hanno scandito il nome di quella che ormai è la leader di fatto dell'opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, che dopo la contestazione del voto è stata costretta a fuggire in Lituania. Tikhanovskaya ha lanciato un appello a manifestazioni pacifiche per oggi e domani. La famiglia di Turaikovsky aveva chiesto ai manifestanti di non partecipare ai funerali religiosi ma raccogliersi piuttosto vicino al luogo del decesso del giovane per quello che avevano chiamato "un funerale nazionale".