Mosca, 27 gennaio 2023 - Mosca ha apprezzato l'uscita di Donald Trump: "Prima arrivano i tank, poi le testate nucleari". L'ex presidente Usa ieri aveva accusato Washington di alzare il livello di tensione in Ucraina, mettendo a rischio la sicurezza degli Stati Uniti, con la decisione di inviare a Kiev i carri armati Abrams. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha preso la palla al balzo e oggi ha affermato: "Si può essere d'accordo con queste parole, nel senso che c'è un'escalation delle tensioni".
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Peskov ha concordato con Trump: "Questa escalation è provocata tra le altre cose dalle decisioni prese in primo luogo a Washington e, sotto le pressioni di Washington, nelle capitali europee. Mi riferisco alle consegne di armi e tank, a questo e a quello". Inoltre il portavoce di Putin ha sottolineato che ora l'Occidente sta valutando anche la possibilità di inviare aerei, con il rischio di allargare il conflitto.
Invece Trump è convinto che potrebbe risolvere la guerra in Ucraina in 24 ore, se solo fosse ancora presidente: "La guerra tra Russia e Ucraina non sarebbe mai avvenuta". The Donald poi ha rivolto un appello in cui chiedeva al suo successore, Joe Biden, di mettere fine a "questa guerra folle".
Un'idea molto simile a quella di Mosca, infatti Peskov ha sostenuto che la fine della guerra in Ucraina avverrà "molto rapidamente" solo se Biden "darà istruzioni" in tal senso a Kiev. Quello che fa il regime ucraino "è in larga misura nelle mani di Washington", ha affermato il portavoce del Cremlino. Ma è chiaro che in questo momento il presidente americano "non vuole usare la sua influenza", e preferisce alimentare la guerra inviando armi a Kiev.
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