Armi all'Ucraina: ora si parla di caccia. "Dibattito già in corso", ma Berlino dice no

Fonti europee a Politico: "Oggi è impensabile, ma tra qualche settimana potrebbe non esserlo più". La Polonia esorta gli alleati a essere "più audaci"

Roma, 27 gennaio 2023 - Ora che ha i carri armati Abrams e Leopard, Kiev vuole i caccia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato gli alleati, che alla fine hanno ceduto alla sua richiesta e hanno deciso di mandare in totale un centinaio di tank in Ucraina, e subito dopo è passato a illustrare i prossimi obiettivi. Navi da guerra, missili a lungo raggio e aerei da combattimento. Una nuova linea rossa per i partner Nato, che già ora si sta offuscando. La Polonia, in prima linea anche per l'invio dei panzer, si è dichiarata pronta a sostenere l'iniziativa, e ha affermato che l'Alleanza dovrebbe essere "più audace". 

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Lockheed Martin F-22 Raptor in una base militare statunitense in Polonia (Ansa)
Lockheed Martin F-22 Raptor in una base militare statunitense in Polonia (Ansa)

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"Che non vi saranno jet da combattimento l'ho già chiarito molto presto. E lo ripeto di nuovo", ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Berlino ha ribadito il no anche alla 'no fly zone' citando la posizione americana a riguardo: "Non lo faremo. E questa decisione non è cambiata e non cambierà", ha aggiunto. "Non invieremo soldati Nato in Ucraina, in nessun caso. Non è successo finora e non succederà in futuro. Di questo potete fidarvi", ha aggiunto. Quindi, per ora la Germania tiene la linea dura, così come gli Stati Uniti: "Al momento non c'è nessun annuncio da fare sull'eventuale invio di caccia", ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby. "Non biasimo Kiev che continua a chiedere più armi, ma al momento non c'è nulla da dire sui jet", ha sottolineato. 

Tuttavia, sarebbe già in corso un dibattito interno tra i paesi della Nato sulla fornitura di caccia. Lo scrive Politico, che cita conversazioni con più di sei funzionari militari e diplomatici occidentali. Secondo il quotidiano, questa disputa si rivelerà ancora più conflittuale di quella sui tank. Diversi funzionari europei hanno dichiarato che i loro governi non considerano più l'idea fuori discussione, ma i timori di un'escalation rimangono elevati. Un diplomatico statunitense ha detto che la fornitura di aerei è un "no-go, per il momento", dicendo che "lì c'è una linea rossa". "Ma l'estate scorsa avevamo una linea rossa sui (lanciarazzi multipli) HIMARS e quella si è spostata. Poi è toccato ai carri armati, e si sta spostando", ha osservato. "Oggi è impensabile, ma in 2-3 settimane potrebbe non esserlo più", ha detto, invece, una fonte europea. Il mese prossimo i ministri della Difesa degli alleati terranno un altro vertice nella base militare statunitense di Ramstein, dove si prevede che l'aviazione e il supporto aereo saranno al centro dell'attenzione.

In attesa di una decisione, Lockheed Martin, impresa statunitense attiva nei settori dell'ingegneria aerospaziale e della difesa, si è dichiarata pronta ad aumentare la produzione degli F-16. Lo riporta il Financial Times, citando il chief operating officer dell'azienda, Frank St. John. Tuttavia, in caso di trasferimento di caccia di produzione americana all'Ucraina da parte di paesi terzi, sottolinea Ft, il governo americano dovrà dare il suo assenso. Esattamente come serviva l'ok di Berlino per l'invio dei Leopard. Secondo St John, in caso di una fornitura di aerei da guerra, quella di "F-16 è più probabile" rispetto a quella di F-35, perché per i secondi "è necessaria una formazione più ampia" e quindi un'opzione che allungherebbe i tempi per la difesa ucraina.

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