Ucraina, la Germania ci ripensa: "Mandiamo i tank a Kiev". Super carri anche dagli Usa

Berlino scioglie gli indugi e fornirà i Leopard 2. Altri 12 Paesi europei pronti a fare altrettanto. Da Washington arriveranno gli Abrams, la punta di diamante dell’esercito americano

Roma, 25 gennaio 2023 - È ancora presto per definirla una svolta. Ma l’alleanza in sostegno all’Ucraina tiene e ieri ha compiuto un passo importante. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sembrerebbe aver trovato un accordo sull’invio di carri armati all’Ucraina da parte della Germania, dopo che Berlino aveva mostrato una reticenza che era stata accolta con grande scetticismo dalla comunità internazionale. Media tedeschi hanno annunciato il via libera all’invio dei tank Leopard 2. La notizia era già stata anticipata dalla stampa americana, ma il ministro della Difesa teutonico, Boris Pistorius, aveva preso tempo, dichiarando che "non c’era ancora nessuna novità", nonostante, nelle stesse ore, il segretario generale della Nato Stoltenberg, si fosse detto "fiducioso".

I micidiali carri armati Abrams per l'Ucraina. Le differenze con i Leopard

La stampa anticipa che, per il momento, Berlino invierà "una compagnia di Leopard 2 A6, proveniente dalla Bundeswehr". Espressione che equivale a 14 mezzi corazzati. Un po’ poco, se si pensa che Kiev ne ha chiesti "almeno un centinaio". Ma la Germania, alle prese con un inventario, sta valutando le possibilità dell’industria, e Rheinmetall ha già fatto sapere di poter inviare 139 Leopard. Abc News ha poi reso noto che con l’ok di Berlino altri 12 Paesi europei (Polonia in testa) sarebbero pronti a inviare almeno altri 100 superpanzer tedeschi. I Lepoard 2 si tratta di mezzi corazzati che possono davvero fare la differenza, vista la loro velocità sul terreno, le armi che hanno montate e tutto l’apparato tecnologico, soprattutto per quanto riguarda visori, sistemi di puntamento e comunicazione criptata. Non solo. Berlino sarebbe anche pronta ad autorizzare il passaggio dal suo territorio di carri armati provenienti da altri Paesi.

Spiegel: "Berlino invierà tank a Kiev"

La Polonia non ha perso tempo e ha chiesto a Berlino di autorizzare l’invio dei suoi, non senza rinunciare a qualche messaggio sibillino. "Spero che questa risposta dalla Germania arrivi presto – ha dichiarato il primo ministro, Mateusz Morawiecki -, perché i tedeschi stanno ritardando, schivando, agendo in un modo che è difficile da capire".

Non solo. Kiev potrà contare anche i carri armati Abrams, considerati la punta di diamante dei mezzi corazzati statunitensi e utilizzati con successo nelle guerre del Golfo e in Iraq. Gli Abrams possono raggiungere una velocità di 70 chilometri orari e hanno in cannone da 120 millimetri, in grado di distruggere un edifico intero a quasi quattro chilometri di distanza. Inoltre, la loro corazza in uranio impoverito impedisce la penetrazione di proiettili studiati proprio per nuocere ai carri armati e possono resistere anche agli attacchi chimici. Ad aprile, ma molto analisti credono potrebbe iniziare anche a marzo, è prevista una nuova, grande offensiva di fanteria da parte della Russia. Mezzo milione di uomini, mandati sostanzialmente al massacro, sperando di poter piegare la resistenza ucraina, giocando sul fattore ‘quantità’. L’invio di mezzi corazzati sofisticati, quindi, potrebbe fungere anche da deterrente, per indurre Putin ad accettare una mediazione.

Ma il capo del Cremlino riconosce solo le sue condizioni, considerate insostenibili da Ucraina e blocco occidentale. La speranza, è che la guerra non si prolunghi oltre giugno. Che significa almeno altri sei mesi di battaglie sul campo, sempre più simili a uno stillicidio. Un’ipotesi che inquieta tutti, sembrerebbe, tranne la Piazza Rossa, dove un ristretto numero di persone sta decidendo per una nazione che conta oltre 140 milioni di abitanti. Nei giorni scorsi, il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, è tornato a parlare di sacrificio per la patria, mentre il ministero della Difesa istitituirà campi di addestramento per chi negli ultimi 30 anni non ha imbracciato un’arma. Ma tecnologicamente i mezzi cingolati russi sono indietro di almeno una generazione. Per questo, secondo molti esperti militari, anche lo schieramento di un esercito di fanteria, per giunta male addestrato, male armato e con il morale a terra, rischia di venire messo in fuga dalla resistenza ucraina. A meno che Mosca non decida di giocare la carta delle armi nucleari. Però, poi, a quel punto, sarebbe guerra totale. E la Russia non ne reggerebbe il peso, anche perché al netto degli alleati di convenienza, è sola.