Mercoledì 24 Aprile 2024

Ius soli, Trump: "Valutiamo seriamente la fine, è ridicolo"

Il tycoon attacca la norma che riconosce la cittadinanza statunitense come diritto di nascita

Donald Trump (Epa)

Donald Trump (Epa)

Washington, 21 agosto 2019 - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, ha dichiarato: "L'amministrazione statunitense sta valutando molto seriamente la possibilità di mettere fine alla cittadinanza come diritto di nascita".

Lo ius soli negli Usa

Negli Usa è in vigore lo ius soli, per cui chiunque nasca sul territorio è automaticamente cittadino statunitense. Il principio è noto anche come "birthright citizenship" ovvero come cittadinanza come diritto di nascita, ed è sancito dal Quattordicesimo emendamento della Costituzione, che è stato introdotto nel 1868. Non è la prima volta che il tycoon si scaglia contro lo ius soli: tornando sull'argomento durante la conferenza stampa odierna ha liquidato la norma come "ridicola", palesando la sua intenzione di abolirla. Nel progetto del repubblicano, quindi, più nessuna cittadinanza di diritto per i bambini nati negli Usa da non americani e persone immigrate illegalmente negli States.

Il nodo migranti

"Stiamo esaminando la questione in maniera approfondita. Entri nel nostro paese, fai nascere un bambino: congratulazioni. Il bambino è un cittadino statunitense" ha argomentato il presidente rispondendo ai cronisti. "Il presidente Obama ha separato le famiglie, io sono quello che le ha rimesse insieme. I numeri stanno scendendo, voglio ringraziare il Messico. Le persone fanno viaggi terribili di 2000 miglia, ma stiamo costruendo il muro e quando vedranno che non possono entrare e che saranno riportate indietro, non verranno. Molte vite saranno salvate" ha aggiunto. 

I migranti e il vaccino per l'influenza

Sempre in relazione alla questione migranti, il Servizio Usa per la protezione dei Confini 'Customs and Border Protection' (CBP) ha annunciato che il governo Usa non vaccinerà per l'influenza le famiglie di profughi detenute al confine con il Messico. La decisione, comunicata a poche settimane da quello che viene stimato l'inizio della stagione influenzale, ossia settembre-ottobre, sta allarmando gli esperti. La Cbs News cita un portavoce del CBP che ha dichiarato: "Solitamente la detenzione è di breve termine e di fronte alle complessità dei programmi di vaccinazione e alle settimane necessarie perché funzioni, è stabilito che non verranno appunto somministrati i vaccini". Poche settimane fa però medici di Harvard e della John Hopkins avevano chiesto al Congresso di avviare indagini sullo stato di salute dei migranti e dei loro figli nei centri di confine. Ora, con la nuova stretta sui tempi di detenzione 'indefiniti' appena annunciata da Trump, la preoccupazione sale.