Giovedì 7 Novembre 2024

Troupe del Tg3 aggredita in Libano, l’autista muore d’infarto. Lucia Goracci: “Spintonati e minacciati”

Il fixer aveva segnalato a Hezbollah la presenza dei giornalisti: il fatto è accaduto nei pressi di Sidone. Il racconto dell’inviata Rai: “Prima hanno tentato di strappare la telecamera al nostro operatore, poi hanno provato a tirarci una grossa pietra”

Roma, 8 ottobre 2024 – Una troupe del Tg3 è stata aggredita in Libano, vicino a Sidone. L'autista locale, Ahmad Akil Hamzeh, ha avuto un infarto ed è morto. Lo denuncia il Tg3 nell'edizione delle 12 riportando il racconto dell'inviata Lucia Goracci che afferma che diverse persone si sono avvicinate e hanno cominciato a minacciare i giornalisti.

Lucia Goracci, inviata del Tg3 in Libano, e l'autista Ahmad Akil Hamzeh, morto dopo l'aggressione alla troupe
Lucia Goracci, inviata del Tg3 in Libano, e l'autista Ahmad Akil Hamzeh, morto dopo l'aggressione alla troupe

A quel punto l'autista ha avuto un malore ed è morto nonostante il massaggio cardiaco. Il fixer aveva segnalato a Hezbollah la presenza dei giornalisti.

Cosa è successo

Lucia Goracci, inviata del Tg3
Lucia Goracci, inviata del Tg3

La troupe si trovava a nord di Sidone in un luogo bombardato due giorni fa. Mentre gli inviati del Tg3 stavano facendo delle riprese e stavano conversando con la gente, "è spuntato un uomo che è andato contro Marco Nicois e ha tentato di strappargli la telecamera", le parole di Lucia Goracci. "Abbiamo protetto Marco, poi siamo tornati in auto, pronti ad allontanarci in fretta", ha proseguito la giornalista. "Poi sono arrivati altri, che hanno preso a spintonare, a spintonare l'auto. E il primo uomo ha provato a tirarci una grossa pietra". Secondo il racconto della cronista, "c'era chi lo tratteneva e c'era chi lo aizzava".

"Siamo andati via veloci in auto. Quest'uomo però apparentemente ci stava inseguendo e quando Ahmad Akil Hamzeh, il nostro autista, si è fermato a un distributore, questo ci è venuto addosso, ha strappato le chiavi ad Ahmad, ha tentato di rompere la telecamera di Marco entrando attraverso i finestrini aperti, mentre nessuno ci veniva in aiuto", ha proseguito Goracci. E quando poi Ahmad ha "tentato di convincerlo, uscendo dall'auto, a ridargli le chiavi - era un uomo buono, pacato, solido - è allora che si è accasciato a terra". "È mancato, è caduto in terra. Siamo corsi in ospedale, noi dietro all'ambulanza. Ci hanno detto che era morto dopo lunghi tentativi di rianimarlo. Ahmad lavorava con l'ufficio di Beirut della Rai da diversi anni. E io e Marco, che è qui con me, non abbiamo parole per descriverne la profondità umana e la grande dolcezza", ha concluso Goracci, in collegamento telefonico con il Tg3.