Giovedì 25 Aprile 2024

Il telescopio Webb fotografa l'universo alle origini. La scoperta turba gli scienziati

Catturata l'immagine di sei antichissime galassie: sono giganti. Ma per la teoria attuale l'universo si è formato a partire da galassie piccole

Un'immagine del telescopio Weeb, in basso a destra la luce di una galassia gigante

Un'immagine del telescopio Weeb, in basso a destra la luce di una galassia gigante

Stati Uniti, 23 febbraio 2023 - Il telescopio James Webb è riuscito a catturare immagini che descrivono l'Universo alle sue origini. Quello che queste immagini dimostrerebbero ha lasciato di stucco gli scenziati. 

Indietro nel tempo 

Innanzitutto, come fa un telescopio a guardare indietro nel tempo? Il telescopio in orbita Webb rileva i raggi infrarossi emessi nell'universo e invisibile all'occhio mano, così è in grado di registrare la debole luce di stelle e galassie lontanissime, luce che ha 'viaggiato' nello spazio per miliardi di anni, prima di essere catturata dal potente strumento umano. Sbirciando nell'universo lontano, Webb può guardare indietro nel tempo fino a 13,5 miliard di anni fa e cioò quasi fino all'inizio dell'Universo (che, secondo gli scienziati, è vecchio circa 13,7 miliardi di anni). 

Cos'ha visto Webb? 

Uno studio pubblicato ieri su Nature rivela che il telescopio ha svelato l'esistenza di sei enormi galassie che risalgono a 500-700 milioni dopo il big bang (l'esplosione da cui ha avuto origine l'Universo). A disorientare gli scienziati il fatto che questi oggetti sono molto più massicci di quanto si credeva. "Ci aspettavamo solo di trovare minuscole, giovani, baby galassie in questo momento, ma abbiamo scoperto galassie mature come la nostra in quella che in precedenza era considerata l'alba dell'universo", spiega Joel Leja, assistente professore di astronomia e astrofisica alla Penn State University e coautore dello studio. Le macrogalassie appaiono come grossi punti luce. Una di esse potrebbe contenere tante stelle quante la nostra galassia, la Via Lattea, ma è 30 volte più compatta.

La teoria attuale in discussione 

Una conformazione simile dell'universo degli albori - fatta cioè di macrogalassie - entra in conflitto con il 99% dei modelli che rappresentano le prime galassie nell'universo, riporta la Cnn. La teoria attuale suggerisce che le galassie siano nate come piccole nuvole di stelle e polvere che sono cresciute nel tempo. Ma la recente scoperta cambia tutto. "Abbiamo esaminato l'universo primordiale per la prima volta e non avevamo idea di cosa avremmo trovato", ha detto Leja. Quanto osservato "crea problemi alla scienza. Mette in discussione l'intero quadro della prima formazione delle galassie".

Un errore? 

Prima di trarre conclusioni definitive la scoperta deve essere corroborata da ulteriori ricerche. Osservazioni che misurino, oltre allo spettro visibile (che comprende l'infrarosso sfruttato da Webb), anche le onde radio ed i raggi X emesse dagli oggetti: queste immagini, infatti, permetterebbero di fornire dati più accurati sulle reali distanze alle quali si trovano le galassie e sugli elementi che le compongono. "I dati indicano che probabilmente si tratta di galassie - dice Leja - ma penso che ci sia una reale possibilità che alcuni di questi oggetti si rivelino essere buchi neri supermassicci oscurati".

Leja era così sconvolto da quelle immagini catturate a luglio dal telescopio Webb che ha pensato che il team avesse commesso un errore nell'interpretazione dei dati. Ma al momento non è stato trovato alcun errore.