Washington, 12 dicembre 2018 - Tre anni di carcere per Michael Cohen, l'ex avvocato personale di Donald Trump che gli ha voltato le spalle collaborando con la giustizia. Il legale è stato condannato da un giudice di New York per aver evaso il fisco (1,4 miliardi di dollari), mentito al Congresso sui suoi rapporti con i russi e violato la legge elettorale comprando il silenzio di due donne su ordine del tycoon per non danneggiare la sua campagna elettorale.
La collaborazione offerta agli investigatori, che gli è valsa gli strali del presidente americano, non è bastata a evitargli la prigione e ora l'avvocato 52enne dovrà presentarsi in carcere il 6 marzo per scontare la sua pena. Il procedimento legale che lo ha visto imputato è nato da una costola del Russiagate. Chiedendo la clemenza della corte prima della sentenza, Cohen si è assunto "la piena responsabilità" di "ogni atto di cui mi sono dichiarato colpevole: quelli personali e quelli riguardanti il presidente degli Stati Uniti". "Il mio lavoro era coprire gli affari sporchi di Donald Trump - ha dichiarato -. Ho vissuto in una prigione mentale e personale" dal primo giorno di lavoro per Trump e che "oggi è il giorno in cui riacquisto la mia libertà".