Roma, 4 marzo 2019 - Padre Paolo Dall'Oglio sarebbe tra gli ostaggi in mano ai miliziani dell'Isis e potrbbe essere libero nel giro di pochi giorni. Lo confermano fonti curde, rilanciate da media libanesi, dopo la notizia riportata dal Times circa un mese fa: il gesuita romano si troverebbe nell'ultima sacca di territorio controllata dai jihadisti nel sud-est della Siria, insieme ad altri civili rapiti da Daesh. La notizia viene riportata da Fides che cita la testata libanese Al-Akhbar, vicina al Partito sciita Hezbollah.
Sulle sorti di Padre Dall'Oglio si apre uno spiraglio, forse decisivo: il giornale scrive che la liberazione del gesuita dalla "gabbia di Baghuz" sarebbe imminente, i negoziati con i miliziani si sarebbero intensificati negli ultimi tre giorni. Ci sarebbe già un accordo di massima tra i rapitori dei gruppi e le truppe curdo-arabe delle Syrian Democratic Forces, tanto che era circolata la voce che il prete sarebbe stato liberato già domani. Ma la trattativa ha subito un rallentamento nelle ultime ore, a causa di "complicazioni". Secondo fonti interne alle Sdf, le condizioni richieste dai militanti per il rilascio di Dall'Oglio sarebbero "problematiche", poiché dovrebbero prevedere uno scambio di prigionieri tra cui sarebbero inclusi tre alti dirigenti dell'Isis. A questi, hanno spiegato le fonti al quotidiano, "deve essere garantito l'approdo in un luogo sicuro", garanzia da far rispettare anche al "governo siriano". Con il sacerdote potrebbero essere rilasciati anche altri ostaggi curdi e occidentali.
Padre Dall'Oglio è scomparso nel luglio del 2013, dopo aver speso più di 35 anni nel paese levantino, dove si era stabilito nel monastero di Mar Musa.