Giovedì 9 Maggio 2024

Norvegia, radiazioni nucleari misteriose a Tromso: rilevato iodio-131. Cosa sta succedendo

L'Autorità norvegese per le radiazioni e la sicurezza nucleare fa sapere che sono state registrate concentrazioni minime, non pericolose. Ma questo isotopo radioattivo è più tossico a bassi livelli

Esercitazione contro fuga radioattiva

Esercitazione contro fuga radioattiva

Roma, 5 aprile 2024 - In Norvegia sono state registrate misteriose radiazioni di origine sconosciuta. Ne dà notizia l'Autorità norvegese per le radiazioni e la sicurezza nucleare (Dsa) ma senza lanciare un vero e proprio allarme perché, come chiarisce, quelle registrate a Tromso a fine marzo sono quantità minime di iodio 131 radioattivo, a livelli ancora non dannosi per l'uomo o per l'ambiente, si legge su The Barents Observer. Inoltre questo iodio decadrà completamente entro pochi giorni.

Origine misteriosa

L'unico dubbio resta l'origine di questo isotopo misurato in zona. Viene escluso al momento l'incidente di un reattore nucleare, spiega la Das, poiché tali eventi causerebbero il rilascio di molti altri isotopi, come lo stronzio-90 e il cesio-137.

Lo iodio-131

Lo iodio-131 è noto in medicina nucleare come radioiodio importante dello iodio. Il suo decadimento radioattivo è di circa 8 giorni. Ma è anche uno dei maggiori pericoli radioattivi presenti nei prodotti della fissione nucleare e quindi è uno dei principali fattori di rischio per la salute dell'uomo, è uno dei prodotti principali della fissione dell'uranio, del plutonio e indirettamente del tori. La sua presenza nell'aria è stata registrata in conseguenza dei test nucleari svolti negli anni cinquanta, o dall'inquinamento atmosferico radioattivo seguito dal disastro di Chernobyl.

Ma è più tossico in piccole quantità

Decade in fretta ma la sua modalità di decadimento beta, fa dello iodio-131 un isotopo radioattivo estremamente tossico: in caso di contaminazione dell'uomo danneggia le cellule con la radiazione beta che riesce a penetrare qualche mm nel tessuto biologico. A seguito di questa contaminazione interna lo iodio-131 si va a fissare nella tiroide. Da qui il paradosso che alte dosi sono molto spesso meno pericolose di quelle basse perché tendono a uccidere i tessuti tiroidei, che altrimenti andrebbero incontro a mutazione e sviluppare cellule tumorali, conseguenza della radiazione. Quindi per queste caratteristiche lo si impiega a livello terapeutico in dosi piene, evitando le piccole dosi, come mezzo per uccidere i tessuti bersaglio.

Utilizzo in medicina e le controindicazioni

Viene utilizzato principalmente per il trattamento dell'ipertiroidismo e delle neoplasie tiroidee a scopo diagnostico nell'indagine diagnostica chiamata scintigrafia tiroidea che permette di valutare la funzionalità della ghiandola tiroide. Però ci sono delle controindicazioni ed è da evitare assolutamente in gravidanza e allattamento. Inoltre l'effetto terapeutico non è immediato, servono alcuni mesi perché si abbiano riscontri positivi, inoltre per la sua natura radioattiva dopo una terapia è meglio attendere almeno sei mesi per una nuova somministrazione.