Mercoledì 24 Aprile 2024

"Navalny lavora per la Cia". Cremlino: riceve ordini dai servizi americani

Il presidente della Duma: "Putin lo ha salvato". Il blogger: "Da cosa? Dalla vodka?". L'oppositore russo aveva accusato il presidente russo: "Collegato al mio avvelenamento"

Alexei Navalny (Ansa)

Alexei Navalny (Ansa)

Mosca, 1 ottobre 2020 - "Alexej Navalny lavora con gli specialisti della Cia". L'accusa arriva dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. E colpisce il blogger russo, principale oppositore del presidente Valdimir Putin. In un'intervista a Der Spiegel Navalny ha sostenuto che dietro al suo avvelenamento ci sarebbe proprio il leader di Mosca. Affermazione che il Cremlino giudica "offensive, infondate e inaccettabili". Quindi l'affondo di Peskov, riportato dall'agenzia Interfax. "Sappiamo che gli specialisti della CIA stanno lavorando con lui in questi giorni", spiega il portavoce del Cremlino parlando di "paziente del Berlino", senza mai citare il blogger per nome, come è solito fare. "E non è la prima volta che gli vengono date varie istruzioni", aggiunge riferendosi ai servizi segreti americani.

Sulla stessa linea di Peskov il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, che ha accusato oggi Navalny di servire gli interessi delle autorità e dei servizi segreti dei Paesi occidentali. "E' del tutto ovvio che Navalny sta collaborando con i servizi segreti e le autorità dei Paesi occidentali, sta servendo i loro interessi", ha dichiarato Volodin, definendo l'oppositore uno "spudorato bastardo". "Putin gli ha salvato la vita", ha aggiunto, "se qualcosa gli è successo è stato orchestrato dai servizi occidentali", ha rincarato. 

Navalny

Immediata la replica di Navalny. "E ancora una volta, non capisco - scrive l'oppositore russo su Twitter -. Salvato da cosa? Le autorità russe negano l'avvelenamento", attacca. "Se crediamo alle loro versioni e alle parole dello stesso Putin, dovrei essere stato salvato solo dalla vodka (fatta in casa), dal diabete e dalle simulazioni di avvelenamento". Il blogger intende rientrare in patria appena si sarà completamente ristabilito: "Non farò a Putin il regalo di non ritornare in Russia", ha detto ancora al Der Spiegel.  "Così raggiungerebbe il suo scopo".