
Migranti e polizia al confine tra Serbia e Ungheria (Ansa)
Roma, 9 settembre 2015 - Non è bastata la barriera umana della polizia ungherese per fermare l'impeto dei migranti, decisi a determinare il proprio futuro costi quel che costi. Un gruppo di circa 500 migranti ha sfondato un cordone della polizia ungherese vicino al punto di raccolta vicino Roszke, al confine ungaro-serbo. L'ha constatato un giornalista dell'agenzia di stampa France Presse. Il gruppo di migranti ha superato i poliziotti in assetto anti-sommossa per tentare di raggiungere l'autostrada che porta a Budapest.
L'area di Roszke è uno dei principali punti di passaggio in Ungheria, il Paese dell'Est europeo investito dall'ondata di profughi principalmente in arrivo dalla Siria in conflitto. Ieri sono stati registrati 2.529 arrivi, secondo le cifre diffuse dalla polizia e basate esclusivamente sui migranti identificati.
Già durante la scorsa notte si erano registrati nuovi tafferugli fra polizia ungherese e migranti, che protestano contro le lungaggini delle operazioni di registrazione. Molti di essi rifiutano in toto la registrazione (non volendo restare in Ungheria) e si avviano a piedi a gruppi sull'autostrada che porta a Szeged e Budapest. Quando dai migranti sono state lanciate bottiglie e altri oggetti, gli agenti hanno fatto uso di lacrimogeni.