La pragmatica condotta di una timida Melania in campagna elettorale, quando senza troppa esitazione aveva condannato gli apprezzamenti machisti del marito nei confronti delle donne, ma lo aveva anche perdonato definendo le sue affermazioni televisive di qualche anno prima, «inappropriate chiacchiere da spogliatoio» è stata una scelta azzeccata. The Donald si vantava allora di poter baciare e toccare chiunque donna anche nelle parti intime senza consenso perché diceva: «Sono molto famoso e loro lasciano fare».
Oggi però Melania farà più fatica a credergli una seconda volta di fronte al nuovo scandalo con una pornostar messa a tacere con 130.000 dollari pagati attraverso una società di comodo creata dal suo avvocato. Trump e il legale negano. Melania questa volta non ha commentato e il suo silenzio è diventato assordante. Stormy Daniels, la donna dello scandalo, non nega l’incontro sessuale, ma assicura di non aver ricevuto alcuna somma di denaro in cambio del silenzio. L’assegno però è stato spedito e incassato addirittura a un mese dalle elezioni nell’ottobre del 2016 e a sostenerlo è il conservatore Wall Street Journal di Rupert Murdoch.
Melania insomma sembra inattaccabile ed è stata addirittura risparmiata e trattata con una certa simpatia anche nel libro al vetriolo ‘Fire and Fury’ di Michael Wolff, che ha descritto una Casa Bianca nel caos e un presidente permaloso e incompetente, solo pieno di sé e che improvvisa quotidianamente.
Con le strade piene di centinaia di migliaia di donne che ieri in tutta America hanno marciato contro di lui e sostenuto il movimento ‘MeToo’, Melania è vista come una sorta di eroina del silenzio, leale fino in fondo nei confronti di un marito-presidente che non ammette mai alcuna colpa.