Lunedì 6 Maggio 2024

Guerra in Libia, Conte vede Haftar a Roma. E al Sarraj annulla l'incontro

Il primo ministro non sapeva della visita del generale a Palazzo Chigi. Erdogan e Putin chiedono il cessate il fuoco da domenica. Borrell: "Non esiste soluzione militare". Di Maio non firma la dichiarazione finale del vertice al Cairo: "Non spaccare la Ue"

Il generale Haftar (Ansa)

Il generale Haftar (Ansa)

Roma, 8 gennaio 2020 - La Libia è nel caos: le forze del generale Haftar avanzano e il premier al Sarraj è assediato in un'enclave che va restringendosi attorno a Tripoli. Le forze del generale hanno riferito di aver effettuato attacchi aerei su una strada costiera a ovest di Sirte, un giorno dopo che nove dei loro uomini sono stati uccisi in un raid a opera dei rivali del Governo di accordo nazionale di Tripoli. L'esercito nazionale libico (Lna) ha preso il controllo di Sirte, città strategicamente importante al centro della costa mediterranea della Libia, con una rapida avanzata lunedì scorso e sta cercando di consolidare le posizioni. 

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Haftar a Roma, Al Sarraj non va

Il premier Giuseppe Conte ha ricevuto a Palazzo Chigi il generale Khalifa Haftar. L'incontro è durato circa 3 ore. Era atteso alle 18,30 per un altro incontro anche il primo ministro libico Al Sarraj, di ritorno da Bruxelles. Ma fonti del governo di Tripoli hanno fattoo sapere che il premier libico, una volta saputo della presenza a Roma di Haftar, ha cambiato programma e deciso di non venire nella capitale italiana. 

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La Difesa: nessun ritiro degli italiani

Intanto lo Stato Maggiore della Difesa ha ribadito che non ci sarà nessun ritiro dei soldati italiani dalla Libia. "Le attività concordate di intesa con le autorità libiche proseguono regolarmente", ha fatto sapere la Difesa.

Ue: non esiste soluzione militare

"Non esiste una soluzione militare alla crisi libica e ulteriori azioni militari avranno conseguenze catastrofiche per la popolazione libica e per l'intera regione", ha ribadito oggi a Bruxelles l'alto rappresentante Ue Josep Borrell incontrando il premier libico. Borrell ha sottolineato che per trovare una soluzione alla crisi, "tutte le parti dovranno sedersi attorno al tavolo e avviare un dialogo politico autentico".

"La questione è molto chiara: ci sono un aggressore, che è Khalifa Haftar, e un aggredito che è il governo di Tripoli formalmente riconosciuto dal mondo che si sta difendendo", ha dichiarato al Sarraj al termine dei suoi incontri a Bruxelles. E' un "diritto" del Governo di accordo nazionale "stringere alleanze con diversi autori per difendersi - ha aggiunto al Serraj - così come siamo un governo legittimo che ha il diritto di siglare memorandum d'intesa con qualsiasi paese dell'Onu. Lo abbiamo fatto alla luce del sole e non ci siamo rivolti a mercenari russi, ciadiani e sudanesi come ha fatto l'altra parte. Così come non ci siamo rivolti agli altri per chiedere aerei e bombardare la popolazione", ha rivendicato il premier di Tripoli.

"Cessate il fuoco"

Nel pomeriggio, Russia e Turchia hanno ufficialmente chiesto il cessate-il-fuoco in Libia da domenica prossima. L'appello è giunto dai ministri degli Esteri, Serghei Lavrov e Mevlut Cavusoglu, dopo il colloquio a porte chiuse di oggi tra i due leader a Istanbul. La tregua dovrebbe iniziare alla mezzanotte del 12 gennaio. 

Sempre di oggi la notizia che la Turchia ha inviato in Libia un primo contingente di 35 soldati a sostegno del governo di al Sarraj. I militari hanno al momento "un ruolo di coordinamento" a supporto di Tripoli e "non combatteranno" e "anche i militari che verranno inviati in seguito non parteciperanno ai combattimenti", ha fatto sapere il premier turco Erdogan. 

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Di Maio in Egitto

L'Italia non ha firmato la dichiarazione finale congiunta nel vertice con Francia, Egitto Cipro e Grecia al Cairo. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha chiesto ai suoi omologhi di smussare la dura posizione nei confronti di turchi e del governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj. Quindi la decisione di non firmare la dichiarazione finale, ritenuta troppo sbilanciata. Già durante la riunione aveva invitato a moderazione. "Stamattina Josep Borrell (capo diplomazia Ue, ndr) ha incontrato Serraj. Stiamo lavorando duramente e dobbiamo sentire tutti il peso delle nostre responsabilità. Non dobbiamo spaccare l'unione europea in questo momento", ha sostenuto. "Il processo di Berlino non ci deve vedere sbilanciati da una sola parte, bensì in prima linea per dialogo e moderazione. Di Libia parliamo in consiglio europeo venerdi'", ha aggiunto.