Martedì 30 Aprile 2024

Oleodotto Keystone XL, il veto di Obama alla legge

Il presidente ha posto il veto soprattutto per stoppare il tentativo dei Repubblicani di far passare l'opera senza il suo ok. L'oleodotto è contestato dagli ambientalisti

 Matthew Black Eagle Man, membro della Dakota Sioux Nation a Washington (Ansa)

Matthew Black Eagle Man, membro della Dakota Sioux Nation a Washington (Ansa)

New York, 25 febbraio 2015 - Come da attese, il presidente americano Barack Obama ieri ha posto il suo veto sulla legge che avrebbe approvato la costruzione da parte della canadese TransCanada di Keystone XL. Si tratta dell'oleodotto pensato per trasportare il petrolio estratto dalle sabbie bituminose dell'Alberta, in Canada, fino al golfo del Messico passando per sei Stati americani. E' un progetto politicamente controverso e in attesa del via libera da sei anni: duramente contestato dagli ambientalisti, è invece una priorità dei repubblicani, che hanno approvato il disegno di legge sia al Senato sia alla Camera. 

La mossa di Obama non sta a significare che la Casa Bianca rigetta l'oleodotto per sé. Ad essere messo in discussione è il tentativo dei repubblicani di prendere decisioni sul via libera dell'opera infrastrutturale senza l'ok del presidente. In un messaggio a Capitol Hill, Obama ha spiegato che "attraverso questa legge, il Congresso tenta di circumnavigare un processo testato e di lunga data per determinare se la costruzione di un oleodotto transazionale è nell'interesse della nazione" statunitense. A questo proposito viene citata come motivo del veto un'analisi in corso da parte del dipartimento di Stato e chiamata a determinare l'impatto dell'oleodotto sul cambiamento climatico e l'economia. 

"Il potere del presidente di porre un veto è uno di quelli che prendo seriamente [quello di ieri è il terzo, ed il più significativo, da quando è diventato presidente nel 2009, ndr]. Ma prendo seriamente anche le mie responsabilità nei confronti degli americani. E questo atto del Congresso si è guadagnato il mio veto perché è in conflitto con procedure consolidate del ramo esecutivo e attua scorciatoie nella considerazione di varie questioni che possono pesare sui nostri interessi nazionali, inclusa la sicurezza e l'ambiente", ha aggiunto Obama. 

A chi gli ha chiesto se l'amministrazione Obama potrebbe dare semaforo verde a Keystone XL dopo il completamento dell'analisi del dipartimento di Stato, il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha dichiarato: "La possibilità esiste ancora. Questa è una revisione in corso". Nessuna delle due aule al Congresso - controllate dai repubblicani da inizio gennaio - ha i due terzi dei voti necessari per scavalcare un veto presidenziale. Ma Mitch McConnell, leader della maggioranza al Senato, ha detto che il Senato stesso intende a sua volta votare un veto su quello di Obama entro il 3 marzo. E' tuttavia improbabile che siano raggiunti i 67 voti necessari per centrare l'obiettivo. 

In un editoriale pubblicato ieri su Usa Today in vista dell'atteso veto, McConnell e lo speaker repubblicano della Camera John Boehner hanno spiegato che l'oleodotto Keystone "è buono per il Paese nel suo complesso, [perché] fornisce scorte energetiche più stabili e a buon mercato per aiutare a proteggere contro il balzo dei prezzi". E ancora "la tentazione di compiacere gli ambientalisti estremi potrebbe essere troppo potente da ignorare per il presidente. Ma il presidente tristemente si sbaglia se pensa che ponendo un veto finirà questa battaglia".