Roma, 15 settembre 2024 - Sembra ormai imminente una guerra tra Israele e Hezbollah. Secondo la tv pubblica Kan Israele sta facendo pressioni sugli Stati Uniti per ottenere una legittimità internazionale per un conflitto armato contro il Partito di Dio in Libano. Washington invece spinge per ritardare il vero scontro, almeno fino a dopo le elezioni americane del 5 novembre. Intanto però le scaramucce di confine si fanno sempre più pesanti e ieri i caccia co la Stella di David hanno lanciato una serie di raid, tra cui il bombardamento di una zona vicina al villaggio siriano di Hawsh al-Sayyid Ali, quasi al confine tra Libano e Siria. Stamane la risposta Hezbollah si è concretizzata con il lancio di 40 razzi in direzione della Galilea e delle alture del Golan, alcuni sono stati intercettati dalle difese aeree israeliane, altri hanno colpito aree aperte provocando incendi, ha fatto sapere l'Idf.
Intanto tornano a farsi sentire i ribelli yemeniti Houthi con un missile lanciato dallo Yemen è caduto in un'area aperta del centro di Israele. L'esercito dello Stato ebraico ha affermato di aver intercettato il missile balistico dei miliziani filo-iraniani: "Un missile terra-terra è stato intercettato mentre attraversava il centro di Israele da est ed è poi caduto in un'area aperta, non sono stati segnalati feriti". Il missile è stato seguito da un messaggio in ebraico postato su X questa mattina da Hezam al-Asad, membro dell'ufficio politico del gruppo yemenita pro Iran. Nel post si fa riferimento al razzo lanciato contro Israele: "Sia nei vostri rifugi sotterranei che fuori, vi converrebbe ascoltare con molta attenzione questo pomeriggio ciò che viene detto da Abdul-Malik al-Houthi (il leader del gruppo, ndr)".
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Da fonti militari israeliane si apprende che i volantini lanciati nel Libano meridionale per invitare i civili a fuggire sono stati distribuiti da un comandante di brigata senza l'approvazione degli ufficiali superiori, mentre l'Idf ha preso le distanze dall'iniziativa affermando che non ci sono ordini di evacuazione per i civili nel Libano meridionale. L'Idf ha avviato un'indagine sull'incidente.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu andrà negli Stati Uniti il 24 settembre, il primo giorno dell'Assemblea generale Onu. Lo fa sapere con un comunicato stampa del suo ufficio. Netanyahu dovrebbe arrivare il 24 a New York e ripartire il 28.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito i ribelli Houthi dello Yemen che ci saranno ritorsioni per l'attacco missilistico al centro di Israele. "Questa mattina, gli Houthi hanno lanciato un missile terra-superficie dallo Yemen nel nostro territorio. Dovrebbero sapere che gli faremo pagare un prezzo alto per ogni tentativo di farci del male", ha detto il premier aprendo una riunione del suo gabinetto.
Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, ha minacciato in tv gli israeliani affermando che possono aspettarsi altri attacchi e "operazioni rilevanti" nel periodo che precede l'anniversario dell'attacco del 7 ottobre. Saree ha affermato che un missile ipersonico è stato lanciato contro un obiettivo militare non specificato nell'area di Tel Aviv, causando "paura e panico" in Israele.
Israele prepara una risposta al lancio di razzi di questa mattina da parte di Hezbollah: l'esercito israeliano (Idf) ha lanciato volantini nel villaggio di Wazzani, al confine con il Libano meridionale, invitando i civili della zona a evacuare prima delle 16 dalle aree evidenziate a causa dell'attività di Hezbollah nella zona.
Un drone carico di esplosivo lanciato dal Libano ha colpito questa mattina la comunità di Metula, al confine settentrionale del Paese, lo rende noto l'Idf. Hezbollah ne ha rivendicato la responsabilità.
"Un missile lanciato dallo Yemen è arrivato in Israele e 20 missili intercettori non sono riusciti ad abbatterlo", così un funzionario del gruppo yemenita Houthi, citato da Sky news Arabia, ha smentito le dichiarazione dell'Idf che sosteneva di aver intercettato il missile del gruppo filo-iraniano. Secondo il funzionario lo Yemen continuerà a colpire punti di interesse a Tel Aviv e in altre zone di Israele, in base alla sua "serie di obiettivi strategici".
Dopo mesi di calma l'allarme è tornato a scattare questa mattina in Israele per il lancio di un missile balistico dallo Yemen. Centinaia di migliaia di persone a uscire per strada e correre nei rifugi in tutte le città del Centro di Israele. Il missile è stato intercettato in aria, alcuni frammenti hanno colpito la stazione ferroviaria di Modin, a 25 chilometri da Tel Aviv. Le forze di difesa israeliane in un primo momento hanno detto che il missile è atterrato in un'area aperta.
Nascosti nel retro di un camion della spazzatura 33 palestinesi hanno tentato di entrare in Israele ma sono stati arrestati in un checkpoint vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Secondo fonti locali però si tratta di persone che cercavano di tornare nel loro luoghi di lavoro in Israele.
Alti funzionari di Hamas hanno dichiarato ai rappresentanti di altre organizzazioni palestinesi di aver espresso la volontà di posticipare il ritiro israeliano dall'Asse Filadelfia e dal Corridoio Netzarim fino alla fine della fase finale dell'accordo per la tregua e la liberazione degli ostaggi. Consentendo così a Israele di rimanere sulla rotta Filadelfia, al confine tra Gaza e l'Egitto, e nel corridoio Netzarim, che taglia in due Gaza, durante l'attuazione delle diverse fasi dell'accordo, a condizione che venga stabilito un calendario per il completo ritiro di Israele da Gaza e la fine della guerra.