Venerdì 26 Aprile 2024

"Ho i nonni italiani, salvatemi dal boia"

Condannato a morte negli Usa, chiede a Roma il riconoscimento della cittadinanza

Henry Sireci (Ansa)

Henry Sireci (Ansa)

New York, 20 ottobre 2018 - Henry Sireci è nel braccio della morte della Florida da quasi 42 anni. Per evitare di essere giustiziato con una iniezione letale a 71 anni, ha chiesto adesso che gli venga riconosciuta la cittadinanza italiana visto che entrambi i nonni sono originari di Caccamo, un paesino alle porte di Palermo e lui sarebbe un discendente diretto anche se nato e cresciuto negli Stati Uniti. Se la ottenesse la sua sentenza potrebbe trasformarsi nel carcere a vita, visto che l’Italia è contraria alla pena di morte.

Il sindaco di Caccamo dice: "E’ un nostro concittadino" ed è pronto ad attivarsi per bloccare il boia. Sireci era stato condannato a morte nel 1976 anche se il verdetto non fu unanime perché uno dei giurati si oppose.

La sua colpa è quella di aver ucciso con 55 coltellate Howard Poteet, un rivenditore di auto usate. Lui si è sempre dichiarato estraneo al delitto anche se ha ammesso di averlo incontrato il giorno in cui è stato ucciso.

Ad inchiodarlo non sarebbe stata la prova del DNA che allora non era riconosciuta, ma un capello trovato vicino ad un calzino della vittima. La giuria impiegò 20 minuti per condannarlo alla sedia elettrica anche se un giurato si oppose. Henry ha trascorso oltre 30 anni in diversi bracci della morte in Florida e la sua permanenza nella cella dei condannati è diventata un vero record.

Due anni fa su pressione della Corte Suprema la Florida venne costretta a commutare in carcere a vita tutte le sentenze capitali emesse dal 2002 che non erano state eseguite. La legge però non ha effetto retroattivo e per Sireci rimane l’appuntamento col boia che può arrivare in qualsiasi momento. Quella ingaggiata dai suoi legali con le richieste alle autorità italiane sta diventando una gara contro il tempo visto che non ci sono più appelli disponibili.

Il suo costante slogan "sono innocente" non sembra trovare ascolto, anche se il governatore della Florida ha il potere di trasformare la condanna a morte nel carcere a vita senza possibilità di uscire sulla parola. In altre occasioni l’opinione pubblica italiana e lo stesso Papa si erano mobilitati per salvare la vita ai condannati a morte. Ci riuscirono però solo nel caso di Paula Cooper, la ragazzina di Gary Indiana che a 13 anni uccise la sua insegnante di religione insieme ad altre due amichette di scuola per rubarle 9 dollari. Paula diventò la più giovane prigioniera americana nel braccio della morte ma venne salvata dalla sedia elettrica e la sua pena convertita in 60 anni di carcere. Trascorse dietro le sbarre due terzi della sua vita, e quando venne rilasciata a 45 anni per buona condotta nel 2016, incapace di affrontare una vita esterna, si sparò un colpo alla testa dopo aver terminato il suo turno di lavoro in un ristorante che i servizi sociali le avevano trovato.

Nel 1997 e nel 2000 l’Italia si mobilitò ancora per evitare l’esecuzione di Joseph O’Dell e Rocco Dereck Bernabei, ma per loro il boia non si è fermato. E solo le ceneri di O’Dell che amava l’Italia, sono custodite in Sicilia.