Domenica 6 Ottobre 2024

Dibattito Harris-Trump, chi ha vinto. Il tycoon: “Kamala vuole l’aborto fino a 9 mesi”. La dem: “I leader stranieri ridono di lui”

Nel secondo dibattito della sfida per la Casa Bianca, ma il primo per la vicepresidente, si è parlato di aborto, immigrazione, violenza politica ed esteri

Roma, 11 settembre 2024 – Sin dalla disastrosa performance di Joe Biden, che ha poi portato al suo ritiro dalla corsa per la Casa Bianca, tutti aspettavano la scorsa notte, quella del dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump. Milioni gli americani che si sono sintonizzati sulla Abc: un sondaggio commissionato da Pbs ha dimostrato che quasi un elettore su tre avrebbe seguito lo scontro.

Forse l’inaspettata stretta di mano tra i due candidati ha tratto in inganno, ma ben presto i toni si sono accesi, con Harris che ha esordito criticando l’eredità dell’ex presidente Trump: “Ci ha lasciato il più alto tasso di disoccupazione dalla Grande Depressione – e poi – Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio che ha combinato”.

Il tycoon si è difeso: “Ho creato una delle economie più forti della storia e lo rifarò”, ha dichiarato per poi additare le politiche finanziarie dell’amministrazione Biden-Harris come “un disastro non solo per le classi medie, ma per tutte le classi”. Ma la vicepresidente non ci è stata: “Io sono l’unica su questo palco che vuole aiutare la classe media e le piccole imprese, il mio avversario vuole tagliare le tasse ai miliardari”.

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Kamala Harris e Donald Trump durante il dibattito (Saul Loeb/Afp)

Aborto

Uno dei temi centrali del dibattito, così come per la campagna elettorale, sono stati i diritti riproduttivi. “Il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire ad una donna cosa fare con il suo corpo – ha dichiarato Harris – Sulle interruzioni di gravidanza l’ex presidente diffonde un mucchio di bugie”. Nel replicare, il tycoon ha commesso uno scivolone, affermando che i democratici vorrebbero rendere legale l’aborto fino al nono mese: è stato dunque ripreso da uno dei moderatori, che ha specificato che nessuno stato consente un’interruzione così tardiva. Trump ha dunque cercato di specificare, dicendosi contrario a un bando federale sull’aborto, in quanto la legislazione a riguardo dovrebbe essere a cura dei singoli stati.

Il fact-checking sul dibattito

Immigrazione

Trump ha commesso un’ulteriore gaffe in tema di immigrazione, diffondendo una teoria del complotto che vedrebbe gli immigrati haitiani mangiare i gatti domestici degli americani. Il moderatore ha nuovamente corretto l’ex presidente facendo fact checking. Lo scivolone sugli animali è costato l’endorsement ufficiale della ‘gattara’ Taylor Swift a Kamala Harris: visto l’influenza della star tra le nuove generazioni, si potrebbe trattare di un pacchetto di voti non indifferente.

Harris ha colto la balla al balzo per stigmatizzare il ricorrente uso alle fake news da parte dell’avversario: “Parlare di argomenti che non hanno nulla a che fare con le questioni politiche, di personaggi immaginari come Hannibal Lecter”. Ha poi aggiunto: “E' incredibile che questo sia detto da qualcuno che è perseguito per crimini contro la sicurezza nazionale, crimini economici, interferenze elettorali”.

L’attentato a Trump e l’attacco a Capitol Hill

Impossibile non trattare di due eventi violenti che hanno rappresentato dei punti cardine negli ultimi quattro anni di storia politica americana. “Forse ho preso quasi una pallottola in testa per la loro retorica contro di me, per avermi additato come una minaccia alla democrazia”, ha dichiarato Donald Trump, lasciando intendere che Joe Biden e Kamala Harris abbiano creato il terreno per l’attentato nei suoi confronti. 

Harris ha invece fatto riferimento all’attacco al Campidoglio: “Il 6 gennaio 2021 il presidente degli Stati Uniti ha incitato una rivolta violento contro Capitol Hill”. Rispondendo al moderatore che gli ha chiesto se avesse qualche rammarico a riguardo, Trump ha dichiarato di non avere alcuna responsabilità su quanto successo. Piuttosto, il tycoon ha accusato l’allora speaker della Camera Nancy Pelosi di non aver fatto intervenire la Guardia nazionale nella difesa dell’edificio. 

Politica estera

Le accuse più pesanti sono piovute al momento delle domande sulla politica estera. Harris ha attaccato il candidato repubblicano sostenendo che “i leader stranieri gli ridono dietro” e che “i dittatori fanno il tifo per lui manipolandolo”. “Kamala odia Israele, credo che se diventerà presidente Israele non esisterà nel giro di due anni”, la replica di Trump.

"La guerra a Gaza deve finire immediatamente – ha messo in chiaro la candidata dem – Da presidente continuerò a sostenere e ad aiutare Israele a difendersi dai terroristi e dall'Iran”. “Io e Walz non toglieremo le armi a nessuno”, ha aggiunto in seguito.

Diversi sono stati i botta e risposta sulla guerra in Ucraina. “Se Trump fosse presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull'Europa – ha affermato Harris, per poi attaccare direttamente l’avversario – Sei amico di un dittatore che ti si mangerebbe a colazione”. “E' nel miglior interesse degli Stati Uniti che la guerra in Ucraina finisca e che si negozi un accordo”, ha dichiarato il repubblicano, dicendosi pronto a parlare con Putin e con Zelensky per trovare una via d'uscita ed evitare la terza guerra mondiale. Ha infine accusato Biden e Harris di non avere “il coraggio di chiedere all'Europa, come ho fatto io per la Nato, di pagare di più per l'Ucraina in modo da pareggiare gli aiuti americani”.

Chi ha vinto

E’ sempre difficile affermare con certezza chi abbia vinto un dibattito presidenziale negli Stati Uniti: perfino a giugno, con le difficoltà di Joe Biden, molti analisti hanno comunque ritenuto che Trump non fosse stato abbastanza incisivo. A tentare di far luce c’è il Washington Post, che in un’analisi ha raccolto le opinioni motivate sia degli elettori di Harris che di quelli del tycoon.

La maggior parte degli spettatori interpellati si è espresso a favore della vicepresidente. “Non penso sia stato al suo miglior livello, troppo inconcludente”, “Era sulla difensiva, Harris è andata a punto”, affermano alcuni degli elettori di Donald Trump sulla performance del loro candidato. Generalmente entusiasti invece i democratici “Kamala ha saputo cosa dire”, “Era preparata e pronta”, “Mi ha convinto ancora di più”. Ma anche nella squadra della vicepresidente non mancano i dubbi: “Temo che Harris possa mancare di convinzioni chiare e riscontri nel pratico”, dichiara una spettatrice dem. 

Il team di Kamala Harris ha già chiesto un secondo dibattito all’avversario, da tenersi nel mese di ottobre, ma Donald Trump sembra escludere l’ipotesi: “Ha perso, per questo ne vuole ancora uno. Non so se ne rifaremo un altro”, ha dichiarato ai cronisti presenti.