Giovedì 25 Aprile 2024

Famiglie troppo connesse, Francia frena mamme e papà: "No alle foto dei figli sui social"

Proposta di legge del Parlamento per fermare il fenomeno chiamato 'sharenting': "Chi ha meno di 13 anni oggi è comparso online già 1.300 volte, non fatevi tentare dalla viralità"

Kim Kardashian, 42 anni, pubblica regolarmente foto dei suoi quattro figli

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Parigi, 7 marzo 2023 - Il cinquanta per cento delle fotografie che circolano sui forum di pedopornografia è stato inizialmente pubblicato dai genitori sui loro social, per smisurato orgoglio e nessuna colpa apparente. Basterebbe questo. Ma se poi, una volta diventato adulto, quel bambino reclamizzato dalla prima ecografia alla prima comunione rivendicasse la propria intimità? Se non venisse assunto o si vedesse rifiutare un mutuo per l’eccessiva esposizione sul web in età prescolare? Se, banalmente, diventasse vittima di episodi di bullismo? La Francia ci riflette. E con una proposta di legge per scoraggiare lo "sharenting" (crasi fra sharing e parenting ) invita il resto del mondo a fare altrettanto.

Il vizio di postare compulsivamente foto e video dei propri figli è una vecchia preoccupazione del presidente Emmanuel Macron. A spingerla in Parlamento, dove ieri è iniziata la discussione, è stato Bruno Studer, un deputato di Renaissance, il suo partito di maggioranza. Insegnante di storia e geografia, l’onorevole ha visto che reazioni può scatenare un’immagine innocente pubblicata da mamma e papà sulle comunità dei ragazzini, dove di rado viene lasciata senza commenti la visione dell’amico che cade dall’altalena o gira per casa in pigiama a pois. E con l’articolo 4 della proposta arriva a ipotizzare di togliere loro il diritto all’immagine dei figli per affidarla a un terzo. Intento informativo più che repressivo. Con al centro una questione enorme: la privacy dei bambini, magari non proprio contenti di essere immortalati sul vasino, costretti a rinunciare all’anonimità presente e futura.

Il primo sorriso, i compleanni, le foto delle vacanze. Video destinati a spopolare su TikTok e YouTube dove un piccoletto di due anni che si spalma gli spaghetti in faccia è già reality, il massimo del divertimento. "Contro la tentazione della viralità bisogna privilegiare l’imperativo dell’intimità – spiega il deputato francese –. Il messaggio per i genitori in una società sempre più digitalizzata è che il loro compito sia anche quello di proteggere la privacy dei figli, imprescindibile per la sicurezza, il benessere e lo sviluppo".

Il macronista Studer cita un rapporto del Children’s Commissioner for England: si stima che un bambino appaia in media in 1.300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei famigliari. Alcuni debuttano nel web prima ancora di nascere, vista la moda di postare le ecografie mese dopo mese come scatti d’autore. Leggerezza adolescenziale. Adulti maturi e istruiti buttano i figli nella rete per un po’ di consenso e di gloria (ma lo vedi com’è carino? L’ho fatto io). Dimenticando che un figlio è più prezioso delle coordinate bancarie, che i furti d’identità sono all’ordine del giorno. La tutela della privacy è un rischio, ma c’è di peggio.

Già nel 2017 la professoressa Stacey Steinberg dell’Università della Florida citava il caso di una mamma blogger sconvolta dopo avere scoperto che le foto della figlia erano oggetto di scambio tra pedofili. Quel clic ai giardinetti, sì. Con dentro l’innocenza perduta e troppi metadati, cioè le informazioni che consentono di identificare e localizzare il bambino. Tra poco in Francia bisognerà pensarci due volte, il pubblico non sempre è benevolo. Studer insiste e riporta anche i dati di Open (Observatoire de la Parentalité & de l’Éducation numérique): il 53% dei genitori francesi ha già condiviso contenuti riguardanti il proprio figlio, per il 43% tutto è iniziato alla nascita e per il 91% entro i 5 anni. Occasioni allegre, memorabili, creano una seconda vita social e un’immagine pubblica che i piccoli da adulti dovranno gestire senza mai avere dato il consenso. Già oggi in Francia gli attori inconsapevoli, una volta maggiorenni, possono denunciare mamma e papà, che rischiano fino a un anno di detenzione o 35mila euro di multa. E in caso di divorzio le foto pubblicate da uno dei due genitori possono essere citate nelle cause per sottolineare l’inaffidabilità dell’ex o chiedere l’affidamento esclusivo del bambino.