Mercoledì 24 Aprile 2024

Chi era Eliška Junková: la donna che ha battuto Nuvolari

Google dedica un doodle a Elisabeth Junek, "la donna più veloce dell'automobilismo"

Il doodle dedicato a Eliška Junková

Il doodle dedicato a Eliška Junková

Roma, 16 novembre 2020 - Google oggi celebra con un doodle Eliška Junková, nota anche come Elisabeth Junek, la prima donna a correre nel mondo dell'automobilismo sportivo, dominato dagli uomini, e a vincere un evento Gran Prix.  

Soprannominata "Smisek" per il suo sorriso, Eliška Junková, vero nome Alžběta Pospíšilová, è nata a Olomouc, in Moravia, Cecoslovacchia, il 16 novembre 1900. Fu tra le prime donne sotto il regime comunista ad ottenere la patente di guida e, sfidando le convenzioni culturali, e di regime, si mise al volante. 

Partecipò anche alla Targa Florio in Sicilia, nelle edizioni 1927 e 1928. Prima con una Bugatti Type 30, ereditata dal marito Vincenc Junek, anche lui pilota. Poi l'anno seguente, grazie al successo nelle auto sportive a Nürburgring, in Germania, riuscì a comprare una più potente Bugatti Tipo 35B, e diede battaglia in Sicilia ai nomi dell'automobilismo più noti del tempo. Alla fine fu quinta, nella gara vinta da Alberto Divo, ma Smisek mise in fila dietro di sé 25 piloti, tra cui campioni come Luigi Fagioli, René Dreyfus, Ernesto Maserati e Tazio Nuvolari.

Decise di smettere con l'automobilismo dopo la morte del marito Vincenc "Cenek" Junek, deceduto in un incidente al Nürburgring nel luglio dello stesso anno. Elisabeth Junek era distrutta, lei era a fianco del marito quando uscirono di strada nel fatale incidente. Smise di correre, e mise in vendita tutte le auto sportive di famiglia. Infine non potè più lasciare il Paese dal 1948 al 1964, bloccata in patria dalle autorità comuniste, finendo dimenticata anche dal mondo dei motori. Morì a Praga il 5 gennaio 1994, ma prima, a oltre 90 anni "la donna più veloce dell'automobilismo" riuscì a vedere la fine del blocco comunista, e la Bugatti la invitò a una riunione negli Stati Uniti per renderle il giusto riconoscimento.