Venerdì 26 Aprile 2024

Elezioni in Spagna, i socialisti senza maggioranza. Boom estrema destra

Il partito del premier Pedro Sanchez primo, ma senza maggioranza. Il blocco di destra supera quello di sinistra. Successo per Vox, terza forza

Pedro Sanchez (Ansa)

Pedro Sanchez (Ansa)

Madrid, 10 novembre 2019 - I risultati definitivi delle elezioni generali in Spagna confermano lo stallo. La nuova tornata elettorale, invece di trovare una soluzione ha riproposto l'ingovernabilità: i socialisti, primi con il 28% e 120 seggi, 3 in meno degli attuali (28,7% nel voto di aprile) non hanno i 176 richiesti per la maggioranza. Esulta invece l'estrema destra di Vox che raccoglie il 15,1% dei voti e ottiene 52 seggi, oltre il doppio dei 24 attuali (aveva il 10,3%). Più seggi anche ai popolari, che con il 20,8% delle preferenze arrivano a 87, nell'aprile scorso ne avevano ottenuti 66 (16,7%). 

Crollano Podemos che con il 12,8% perde 8 seggi passando dagli attuali 43 a 35, e soprattutto Ciudadanos, che sprofonda da 57 a 10 seggi (dal 15,9% al 6,79%). Mas Pais, nuovo partito di sinistra, resiste e ottiene 3 deputati. Erc ottiene invece 13 seggi con il 3,60% dei voti.

Sono iniziati i festeggiamenti nella sede del partito spagnolo di ultradestra a Madrid. Il leader Santiago Abascal e il suo numero due Javier Ortega Smith salutano la folla che in un tripudio di bandiere spagnole. Regna il silenzio invece al quartiere generale del Partito socialista (Psoe) che esce da questo voto meno forte del previsto. I fan dei socialisti non si sono presentati in piazza. Il premier, Pedro Sanchez, non si è ancora pronunciato.

Il Partito socialista del premier uscente spagnolo, Pedro Sanchez, vince come previsto, ma non potrà governare. La vera rivelazione è l'estrema destra di Vox, sostenuta in Italia da Salvini e Meloni, ora terza forza del Paese: un successo che supera le aspettative. Alla tornata elettorale di soli 7 mesi fa, la formazione di Santiago Abascal, anti-europeista, anti-immigrazione e anti-Lgbt, aveva preso 24 seggi. 

Al quarto posto si posiziona Unidas Podemos, mentre Ciudadanos crolla. Ne esce un mosaico che non consente né al blocco di sinistra, né a quello di destra di raggiungere la maggioranza assoluta (176 seggi). 

Sanchez: "Abbiamo vinto", e lancia un appello 

"Abbiamo vinto le elezioni e il nostro progetto è formare un governo stabile e fare politica a beneficio della maggioranza degli spagnoli. Per questo vorrei fare un appello a tutti i partiti politici per sbloccare la situazione politica in Spagna", questa la dichiarazione del premier uscente socialista, leader del Psoe, Pedro Sanchez.

Podemos ripropone coalizione a Psoe

Il leader del movimento, Pablo Iglesias, afferma che Podemos sarebbe diposta a una coalizione di governo "con una rappresentanza proporzionale di voti" con il Partito socialista di Pedro Sanchez. Iglesias ha criticato il premier uscente per aver ripetuto le elezioni. Nelle scorse settimane, le due formazioni non erano riuscite a raggiungere un accordo per formare una maggioranza, in disaccordo sulla composizione del governo e sulla Catalogna. 

Ciudadanos, Rivera fa mea culpa

Albert Rivera, il leader di Ciudadanos, si è assunto "la responsabilità" della sconfitta e ha annunciato la convocazione di un congresso straordinario del partito. "Non voglio fare quello che ho visto fare agli altri leader politici. Voglio dire la verità agli spagnoli. Quello che abbiamo avuto oggi è un brutto risultato senza palliativo e senza scuse. Alla luce di questi risultati negativi, come leader politico che si assumono sempre i risultati negativi in prima persona, domani sarà obbligatorio convocare un congresso nazionale urgente e straordinario", ha dichiarato l'esponente del partito, che oggi ha perso 47 seggi.  

Partiti e sondaggi

Il testa a testa era annunciato. Secondo gli analisti, il premier Sanchez paga il calo nei consensi per la crisi catalana, gli ultimi dati economici non proprio positivi e le critiche da alcune parti per la sua decisione di riesumare la salma del dittatore Franco per spostarla in un cimitero "riaprendo ferite del passato".

L'ascesa di Vox

Il Partito Popolare (Pp) si presentava alle urne rinvigorito, con il suo leader Pablo Casado accreditato dai sondaggi al 21,2% delle preferenze: un recupero di 4,5 punti nelle ultime settimane che gli osservatori ricollegano alla scelta vincente di Casado di aver portato avanti una campagna elettorale con un profilo più moderato, incentrata sulle problematiche economiche, riuscendo così ad allontanare il fantasma del sorpasso da parte dei centristi Ciudadanos di Albert Rivera, era dato al 9,3%, in calo di 6,6 punti. Prevista invece l'ascesa del partito di estrema destra Vox, guidato da Santiago Abascal, accusato di posizioni xenofobe, che però supera le aspettative dei sondaggi che lo davano al 14% dei voti con 45 deputati: le poltrone ora sono più che raddoppiate.